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I piccoli delle montagne

Antonella Cavanna

Pedagogista, https://www.zeroseiup.eu/login-utenti/


 

 

I piccoli delle Montagne” è il nome di un progetto rivolto ai bambini della Scuola dell’Infanzia “Fabrizio De André” di Gaiazza, un piccolo plesso situato in un paesino di campagna alle pendici del Monte Figogna nell’entroterra genovese, caratterizzato dalla presenza di molto verde e boschi che lo circondano.

Il progetto è inserito all’interno di un ambito progettuale più ampio “La scuola della meraviglia”, che coinvolge tutti gli ordini di scuola dell’Istituto Comprensivo Campomorone Ceranesi.

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Il suo fulcro è costituito dalla realizzazione di una didattica all’aperto, seppur non esclusiva, che si esprime attraverso un modo diverso di “fare scuola”, non tradizionale, che coraggiosamente abbandona le classi come unico ambiente in cui ruota la vita scolastica e guarda all’escursione come un’opportunità di crescita personale.

Questo percorso scolastico intende sensibilizzare gli alunni a diventare osservatori critici nei confronti di ciò che li circonda, partendo dal noto ed esula senza ombra di dubbio dalla ricerca forsennata di idee originali o a forte impatto.

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All’interno del progetto il termine “meraviglia” ha pertanto una valenza esclusivamente pedagogica, tanto da poterlo nobilitare come una forma agita di “Pedagogia della Meraviglia”.

Per noi la parola “meraviglia” significa innanzitutto “apertura”, ovvero una propensione che si concretizza in una didattica che non resta imprigionata dentro i confini della sezione o della classe, ma esce all’esterno traducendosi in attività didattiche outdoor, uscite sul territorio ed escursioni di tutta la giornata calibrando le difficoltà dei sentieri all’età dei bambini partecipanti.

Tale spinta all’ “apertura” la si riscontra perché la “Pedagogia della meraviglia” parte sempre dal bambino, dalla sua esperienza per aprirsi alla conoscenza e ritornare, attraverso una reazione inevitabile, al bambino in termini di abilità e competenza.

Il progetto “I piccoli delle Montagne” si declina in una didattica che parte sempre dai bisogni e dagli interessi dei bambini nel rispetto della loro inclinazione a porsi delle domande. La curiosità, predisposizione naturale che caratterizza l’infanzia è perciò la scintilla dalla quale scaturisce tutto il processo di apprendimento.

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Nell’affermare ciò non si deve fraintendere che il percorso segua una didattica lasciata al caso o all’imprevedibilità, anzi tutt’altro, l’intera proposta è sorretta da una rigorosa progettualità finalizzata al raggiungimento degli obiettivi di apprendimento tipici della Scuola dell’Infanzia.

Partire dai bambini, dalle loro esigenze proponendo esperienze coinvolgenti e divertenti, risulta essere una leva potentissima capace di innescare efficaci processi di apprendimento.

Se il bambino si diverte, sta bene e per questo diventa molto più disponibile ad apprendere, “imparare divertendosi” non è retorica o semplicemente una frase fatta, è un passepartout che apre le porte alla conoscenza.

Una delle peculiarità di questa proposta educativa è il suo evidente approccio ecosistemico, molteplici infatti sono le interconnessioni che ne scaturiscono quando si concede al bambino la possibilità di entrare in contatto con l’ambiente naturale.

Tutte le dimensioni che appartengono alla persona vengono quindi potenziate poiché le esperienze che i bambini vivono all’interno di tale contesto sono senza dubbio totalizzanti.

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Tutta l’esperienza in primo luogo produce un forte slancio allo sviluppo dell’autonomia che, per bambini coinvolti nel progetto, significa in particolare imparare a gestire il proprio zaino, avere cura del proprio equipaggiamento per le escursioni e custodire il materiale necessario per le attività didattiche all’aperto.

Ma non solo, camminare nel verde, nei boschi o in riva al mare, alla scoperta di suoni e colori, abbracciare il tronco di un albero, sentire il vento che accarezza la propria pelle assume anche la connotazione di un’esperienza plurisensoriale e corporea, che se vissuta insieme ai compagni assume un valore altamente socializzante, attraverso la quale i bambini sviluppano una forte appartenenza al gruppo.

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Tutti i piccoli della scuola vengono coinvolti nel progetto attraverso proposte calibrate ed adeguate alle differenti età e capacità, “ciascuno col suo passo” è infatti uno dei principi ispiratori che intende garantire l’impianto inclusivo dell’intero progetto.

Il sentiero diventa un vero e proprio laboratorio di vita a cielo aperto e per i bambini un’occasione di sperimentare se stessi e riconoscere le proprie potenzialità, ma anche i propri limiti, dove la parola “insieme” riesce a fare la differenza e la strada diventa maestra.

Non è raro che nelle diverse situazioni i bambini incontrino alcuni ostacoli quali: stanchezza, fame, sete…, che se affrontati insieme ai compagni sembrano calare del loro peso, anzi spesso si trasformano in sfide personali e in opportunità di crescita.

È innegabile che il progetto “I Piccoli delle Montagne” per certi aspetti possa definirsi ambizioso o persino audace, come definito da qualcuno e per tale motivo da solo non può reggersi, deve necessariamente avvalersi della collaborazione di altre Istituzioni e Associazioni presenti sul territorio.

In prima istanza entrano in campo le famiglie dei piccoli alunni che, oltre ad essere un forte incoraggiamento per i docenti manifestando consenso e spesso entusiasmo rispetto alle scelte intraprese, offrono un valido aiuto durante le uscite ed escursioni, in quanto si rendono disponibili, se necessario, al trasporto dei bambini accompagnandoli in luoghi e orari anche non convenzionali.

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Le famiglie ad inizio di ogni anno scolastico sottoscrivono un “Patto di corresponsabilità” in virtù del quale oltre a prendere consapevolezza che all’interno della Scuola dell’Infanzia di Gaiazza si segue una didattica non tradizionale, dichiarano la loro disponibilità a collaborare impegnandosi ad agevolare lo svolgersi del progetto attraverso le forme individuate e le necessità contingenti.

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Molto prezioso risulta essere il contributo degli Enti Locali e di Associazioni che operano sul territorio come ad esempio la Croce Rossa Italiana e l’A.G.E.S.C.I., che si mettono a disposizione quando la scuola ne fa richiesta.

L’ attuabilità del progetto dipende inoltre dalla partecipazione di tutti gli attori che compongono la scuola e non mi riferisco solo ai bambini e alle loro famiglie, ma a tutto il personale scolastico e di segreteria che attraverso le loro azioni di supporto coadiuvano i docenti.

Assolutamente prioritaria è la condivisione degli obiettivi e delle finalità da parte dei docenti del team e necessario il sostegno del Dirigente Scolastico che nel riconoscere la valenza educativa del progetto assume un ruolo propulsivo per lo svolgimento di tutte le fasi del progetto.

Da tutto quanto espresso sopra si può evincere come il progetto “I piccoli delle Montagne” si contraddistingua per la sua incisiva connotazione di contemporaneità, può senza dubbio assolvere al compito di identificarsi come delle possibili risposte ai bisogni emergenziali che colpiscono l’Infanzia del nostro tempo.

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Innegabile come un’esperienza scolastica di questo tipo abbia la forza di contrastare alcuni dei mali che affliggono l’infanzia del nostro tempo, tra cui la sedentarietà dalla quale conseguono cattive abitudini alimentari e obesità, ma in particolare penso anche che il nostro percorso sia una delle possibili alternative per combattere il dilagare dell’uso scorretto degli strumenti tecnologici; oggi purtroppo e con maggiore frequenza il telefonino o il tablet costituiscono una via preferenziale di impiego del tempo libero per molti bambini, a partire dalla tenerissima età .

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Da sottolineare come il progetto non condanni del tutto l’uso della tecnologia, anzi se avvale come strumento di supporto alla didattica, per la realizzane di narrazioni e per l’individuazione e la costruzione di mappe dei sentieri finalizzate alle escursioni.

Durante il periodo del covid, con la riapertura delle scuole, “i piccoli delle Montagne”, grazie ad un’ulteriore implementazione della didattica all’aperto, hanno potuto godere di opportunità in grado di contribuire notevolmente all’incremento del loro benessere, con la conseguente attenuazione di tutti quei rischi causati dal lungo periodo di forzato seppur necessario isolamento a cui sono state sottoposte le famiglie.

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Per concludere mi prendo ancora un piccolissimo spazio per ringraziare sentitamente tutti bambini, i loro i genitori, le figure professionali che sopra ho menzionato, ma in particolare il mio grazie va alle colleghe della nostra scuola poiché, ciascuna per la sua parte, rendono possibile “tutto ciò”, dando anima e colore a questo bellissimo e stimolante viaggio dal nome “I Piccoli delle Montagne”.

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