Intervista a cura di Ferruccio Cremaschi a Giuseppina Princi, Vicepresidente della regione Calabria con deleghe a istruzione; università; ricerca lavoro e formazione professionale; bilancio; azioni di sviluppo per la città Metropolitana di Reggio Calabria.
Docente di Storia e Filosofia nei Licei, ricopre numerosi incarichi di docenza in master di primo e secondo livello e si distingue come formatrice del personale docente e dirigente presso i seminari regionali di attuazione della riforma del secondo ciclo e coordinatrice degli aspetti innovativi di carattere metodologico – didattico legati al riordino del secondo grado nell’ambito dell’istituto di dirigenza.
Iniziamo dalla situazione, quale è la situazione in Calabria relativamente ai servizi per l’infanzia e all’occupazione femminile? La situazione è statica o ci sono iniziative in corso per intervenire e migliorare lo status delle cose?
La povertà educativa territoriale legata all’infanzia è uno dei tanti gap che la Calabria ha bisogno di colmare. La lettura della XIII edizione dell’Atlante dell’infanzia a rischio in Italia, diffuso in vista della Giornata mondiale dell’Infanzia e dell’Adolescenza da Save the Children, fotografa anche quest’anno la drammaticità delle condizioni di vita di bambini, bambine e adolescenti nel nostro Paese ma soprattutto nella nostra Regione.
Disuguaglianza e povertà incidono, tristemente, sulla salute dei bambini: tra Calabria e provincia di Bolzano si registra un divario di oltre 12 anni su aspettativa di vita in buona salute; non è solo il sistema sanitario ad influenzare la salute dei bambini, gravano, soprattutto, i fattori sociali legati al contesto territoriale in cui si cresce, alle condizioni economiche, al livello di istruzione, all’ambiente, alle reti sociali e dei servizi. È una triste realtà determinata, purtroppo, da mancanza o minima attenzione registrata da sempre, verrebbe da dire, verso le politiche dell’infanzia, che ha continuato, così, ad alimentare, negli anni, la povertà educativa, cioè quella condizione di privazione delle opportunità di studio, culturali, sportive e di gioco che ha compromesso lo sviluppo dei nostri bambini. Troppo scontato dire che si vuol tutelare l’infanzia, che occorre “investire” sulle nuove generazioni per la costruzione del futuro, bisogna farlo con i fatti.
Ed in tema di concretezza, appena insediati, con il presidente Occhiuto e con la giunta regionale tutta – si è da subito intervenuti a favore di Istruzione ed Educazione affinché si possano mettere in campo risorse ed interventi a favore dei bambini e delle famiglie.
Ci siamo impegnati a fare un a ricognizione sullo stato dei fatti e su tutti i fondi e le risorse disponibili, e abbiamo deciso di incentrare la nostra azione politica soprattutto su due direttrici, lavorare sui fondi del PNRR da destinare alla qualificazione e costruzione di nuovi edifici scolastici e sulla realizzazione del “Sistema integrato di educazione e di istruzione dalla nascita ai sei anni”, che di fatto, in Calabria non è mai partito.
Quali ricadute può provocare il PNRR? Ci sono progetti in corso? Previsioni di impegno?
Sono oltre 220 i milioni di euro destinati ai Comuni della Regione Calabria nell’ambito delle azioni previste dal Piano nazionale di ripresa e resilienza con i quali fronteggeremo la povertà educativa legata all’infanzia, assicurando ai più piccoli strutture e servizi integrativi adeguati.
Nei mesi scorsi, alla prima scadenza, le adesioni della Calabria ai bandi si attestavano al di sotto del trend nazionale. Abbiamo deciso quindi di avviare una capillare campagna di informazione e di sensibilizzazione supportando concretamente le amministrazioni locali interessate nella fase di produzione e presentazione delle domande. Siamo particolarmente soddisfatti del risultato conseguito.
Dopo il nostro appello, in meno di un mese, i Comuni calabresi hanno dato una forte risposta, invertendo la tendenza degli ultimi anni. Grazie ad un positivo lavoro di squadra tra Regione e Comuni, la Calabria in poche settimane è riuscita a ribaltare i dati di adesione delle amministrazioni locali relativi al bando asili nido. Non solo è stato sanato il gap iniziale, ma adesso i numeri ci dicono che siamo fra le più virtuose Regioni d’Italia per richieste di finanziamento.
La Calabria avrà l’occasione di fare un grande passo avanti verso gli standard europei in tema di servizi educativi per l’infanzia.
Questi fondi non solo contribuiranno al raggiungimento dei target europei, ma soprattutto permetteranno di potenziare i servizi educativi per l’infanzia colmando quanto più possibile il divario tra Nord e Sud. Bisogna puntare sulle nuove generazioni non solo a parole, occorre farlo in maniera concreta. Le disuguaglianze tra i bambini, per quanto riguarda l’acquisizione di capacità e competenze, si formano già nei primissimi anni di vita, ben prima dell’ingresso a scuola. Non si tratta, tuttavia, di disuguaglianze inevitabili: potenziare gli asili nido e le scuole dell’infanzia è un fattore determinante per la costruzione di una Regione a ‘misura di bambino’.
Quale è la situazione (e l’atteggiamento) delle amministrazioni locali in Calabria rispetto a piani di apertura di nuovi servizi? Quali sarebbero suo parere, gli interventi e i sostegni necessari per stimolare i Comuni ad aprire nuovi servizi? Il problema delle risorse per la gestione, la disponibilità di personale qualificato con titoli di studio adeguato…
Come Regione abbiamo deciso di lavorare con i Comuni, di creare alleanze e fare rete, al fine di raggiungere tutti insieme gli Obiettivi programmatici che di volta in volta la Regione pone e si pone, anche attraverso azioni concrete di consulenza ed affiancamento.
Come detto precedentemente per i Bandi del PNRR. la Regione ha messo a disposizione un ufficio preposto alla consulenza e all’affiancamento per la presentazione dei bandi.
Alla scadenza dell’avviso, in sole 3 settimane, si è registrato un incremento delle domande pari al 76%, con la Calabria tra le Regioni che hanno presentato il numero maggiore di richieste: 137.
Comuni calabresi, quindi, quasi sul podio per numero di richieste di finanziamenti finalizzati a dotare il territorio di asili nido, dietro a Campania, Lombardia e Lazio.
Questo dato ci conforta perché siamo riusciti nel nostro intento, quello di far comprendere l’importanza di questa chance e di stimolare positivamente le amministrazioni comunali.
Con grande serietà e senso di responsabilità, i sindaci calabresi e i Comuni hanno aderito al bando, e tante sono state le consulenze richieste alla struttura messa a disposizione dalla Regione, il cui personale merita un plauso per il grande servizio svolto.
La collaborazione tra diversi livelli di governo è un elemento basilare per la rinascita del nostro territorio.
Certamente le difficoltà rimangono, le competenze che spesso non sono al livello dei compiti richiesti, si lavora poco sulla progettazione e sulla programmazione, non si intercettano i fondi e spesso quelli che ci sono vengono spesi con difficoltà se non, addirittura, non spesi.
Ma sono certa che con questo nuovo passo, con questa con questa nuova aria che tira tra le vele e soprattutto, con questi ingenti fondi che ci sono a disposizione, la nostra Regione affiancata e supportata dai suoi Comuni saprà lavorare al meglio per raggiungere tutti gli obiettivi prefissati al fine di offrire ai suoi bambini e alle loro famiglie nuove occasioni di crescita e sviluppo.
Rispetto alle proposte in discussione di autonomia regionale differenziata, quale è il suo pensiero? Avete proposte correttive, suggerimenti, ipotesi?
In merito all’autonomia differenziata, io credo che, come tutte le cose non sia giusta o sbagliata a priori, ma corretta o scorretta lo può diventare in funzione del modo in cui viene realizzata.
L’autonomia differenziata può essere una grandissima occasione anche per le Regioni del Mezzogiorno, a condizione che la Costituzione sia attuata interamente
Per esempio la nostra Regione produce il 42 per cento dell’energia da fonti rinnovabili, contro il 13 e il 16 per cento di Lombardia e Veneto, considerando anche la produzione di altri tipi di energie, in Calabria si produce più energia di quanto si consumi, se l’autonomia differenzia partisse dall’energia ciò sarebbe un’opportunità per la Calabria.
Ma l’autonomia non può prescindere dal rispetto di due valori fondamentali, il primo riguarda i diritti sociali e civili che la nostra Carta stabilisce e che devono esser applicati con uniformità su tutto il territorio nazionale, l’altro è quello della perequazione. è necessario quindi che tutte le Regioni Italiane corrano sullo stesso piano e con lo stesso passo, questo vuol dire anche che affinchè sia una reale opportunità per tutti bisogna partire dai LEP, livelli essenziali delle prestazioni, dalla loro reale attuazione validi per tutti i cittadini, su tutto il territorio nazionale.
Non mi piace parlare di differenza tra Nord e Sud, per me l’Italia è una, con caratteristiche diverse e la sua bellezza risiede proprio nella sua diversità che non deve essere percepita come svantaggio ma come risorsa e l’unico modo per renderla tale è garantire a tutti gli stessi diritti e gli stessi livelli essenziali delle prestazioni uguali per tutto il Paese.
Concludo affermando che, non è certamente un passaggio che può essere fatto con troppa fretta e superficialità ma che, se ben programmato, sviluppato e realizzato, nel rispetto di tutti gli aspetti della nostra Carta, potrebbe essere una opportunità di crescita e sviluppo per tutte le Regioni.
Quali sono i progetti e gli obiettivi che la Regione si è data e su cui sta operando nel campo dell’infanzia? In particolare come procede l’impegno per la realizzazione del sistema integrato zerosei?
La fascia dell’infanzia ha per noi un ruolo strategico tant’è che, come Istituzione, andremo ad implementare gli interventi sulla 0-6 con ulteriori importanti risorse. Parallelamente agli investimenti previsti dal Pnrr, l’Assessorato all’Istruzione della Calabria è infatti impegnato nell’attuazione del Piano di azione triennale di sviluppo del sistema integrato di educazione e di istruzione fino a questo momento mai attivato in Calabria.
Stiamo lavorando duramente e senza sosta per colmare innanzi tutto il divario causato in questi anni per cercare di non perdere le risorse non spese e di programmare nel modo corretto le nuove annualità.
Devo dire che grazie alla sinergia creata tra Governo, Regione, USR e ANCI, stiamo lavorando celermente e con ottimi risultati.
Siamo partiti convocando tutti i Comuni Calabrese nell’ottica di stabilire insieme una corretta programmazione dei servizi educativi e delle strutture per l’infanzia, partendo dalla condivisione degli esiti del monitoraggio dei servizi educativi per l’infanzia calabrese, precedentemente promosso dalla Regione, da cui è emerso che su 401 Comuni che hanno partecipato alla rilevazione, gli enti con servizi sono solo 112 (il 27%), a fronte di un 72% di comuni sprovvisti di servizi. Dati importanti ed in un certo senso allarmanti perché la conferma dell’assenza dei Servizi Educativi sul territorio è anche la causa della povertà educativa che vi si registra.
Abbiamo attivato il tavolo Paritetico e attraverso protocolli d’intesa abbiamo inizialmente programmato le risorse 21/22, dandoci obietti a breve termine, a medio termine e lungo termine, nel rispetto delle indicazioni e degli obiettivi Europei.
Abbiamo adottato in pieno e fatto nostri gli obiettivi strategici del Piano, ovvero il progressivo consolidamento, ampliamento nonché l’accessibilità dei servizi educativi per l’infanzia con l’obiettivo tendenziale di raggiungere almeno il 33% di copertura della popolazione sotto i tre anni di età a livello nazionale, la graduale diffusione territoriale dei servizi educativi per l’infanzia con l’obiettivo tendenziale di raggiungere il 75% di copertura dei Comuni, singoli o in forma associata, la generalizzazione progressiva, sotto il profilo quantitativo e qualitativo, della scuola dell’infanzia per le bambine e i bambini dai tre ai sei anni d’età; nonché l’inclusione di tutte le bambine e di tutti i bambini, la qualificazione universitaria del personale dei servizi educativi per l’infanzia.
Per raggiungere tali obiettivi stiamo mettendo in campo tutte le leve, ovvero gli interventi strategici al fine di poterli realizzare.
Quindi stiamo potenziando le Sezioni Primavera, i Coordinamenti Pedagogici Territoriali, la formazione in ingresso e continua del personale e la creazione dei Poli per l’infanzia.
Inoltre per favorire lo sviluppo del sistema stiamo investendo per aumentare i posti utente tramite lo strumento delle Convenzioni, integrando sempre più pubblico e privato, la realizzazione di nuove strutture e per agevolare le famiglie e far si che si diffonda sempre più la cultura educativa dei servizi per la prima infanzia, sostenere le rette abbattendo i costi di frequenza ai servizi.
Tutti questi traguardi intendiamo raggiungerli attraverso la sinergia tra gli enti che siamo certi sia fondamentale per il definitivo cambio di passo della Calabria, anche attraverso il coinvolgimento attivo di tutti gli attori coinvolti in questo complesso ma affascinante sistema.
E così come è avvenuto in precedenza per il PNRR, anche in questa fase la Regione continuerà a sostenere i Comuni beneficiari attraverso supporto tecnico, fornito dai Dipartimenti interessati.
Sono certa che con il lavoro serio e costante, con l’ approccio collaborativo e operativo che contraddistingue il mio operato riusciremo a realizzare concretamente il sistema integrato 0-6 e a dare impulso ad un percorso che, in realtà non è solo normativo, ma penso sia uno dei tanti elementi strategici di rilancio del territorio che passa anche attraverso il sistema educativo scolastico 0-6.
Nelle regioni dove già questo sistema è realtà si è dimostrato che attraverso gli stimoli che i bambini ricevono alle scuole per l’infanzia il futuro successo formativo è migliore di quei ragazzi che non ne hanno potuto usufruire.
In Calabria siamo all’inizio, ma insieme ce la faremo è una promessa che faccio ai bambini, un diritto che loro hanno.