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Torino: Aprirsi al cambiamento: quale posta in gioco?     Iscriviti

Seminario R.I.L.A. (Rete Italiana Lavoro Aperto) International


Destinatari del Corso:

educatrici/educatori/pedagogisti

Data del Corso:

17 Marzo 2017 18 Marzo 2017 19 Marzo 2017

Sede del Corso:

Sala Convegni ATC Piemonte Centrale

Indirizzo:

Torino
corso Dante 14
10134 (TO)

Costo del Corso:

130,00

Iscriviti al corso: Torino: Aprirsi al cambiamento: quale posta in gioco? Iscrizione al seminario/scelta workshop del mattino

Sconti:

Sconto del 10% per gli abbonati a 06up online


Termine per l'iscrizione al corso:

16 Marzo 2017

Per Informazioni:



Progettazione e Conduzione a cura di:


Descrizione del Corso:

La realtà del bambino e il ruolo dell’adulto in relazione al Lavoro Aperto

Seminario R.I.L.A. (Rete Italiana Lavoro Aperto) International

17/19 Marzo 2017 – Sala Convegni ATC Piemonte Centrale corso Dante 14 – 10134 Torino

 

Cosa ci guadagna un bambino a frequentare il nido, la scuola dell’infanzia e poi la scuola primaria e via andando??

E cosa ci guadagna a frequentare luoghi educativi aperti, flessibili , disponibili al cambiamento in cui le strutture organizzative e temporali possono essere morbide e fluide?

Partendo da questi due quesiti, vorremmo che la riflessione culturale si focalizzasse sull’importanza del ruolo dell’adulto e sui molteplici e differenti atteggiamenti, stili e forme che l’adulto si trova a proporre e a giocare nella relazione con i bambini. Cercando di approfondire sempre di più la relazione tra pensiero e azione, rimanendo nella dimensione quotidiana e andando a porre l’attenzione sul ruolo dell’adulto che nell’arco della giornata attraversa momenti di routine, di ritualità di gioco, di libertà di noia, di relazione.

Come il bambino vive tutte queste situazioni nel corso della giornata, anche l’adulto che, molto spesso, li propone li organizza e li promuove ( nel senso che li legittima), li vive.

Possiamo considerare la quotidianità come il campo di allenamento ad un flessibilità mentale sempre più capace di stare vicina e prossima alle esperienze di gioco dei bambini? Le routine, ad esempio, possono innestare e promuovere innovazione, nelle esperienze dei bambini? Possono certamente fornire stabilità ma rappresentare anche un campo per il nuovo, per quello che ancora non c’è e che va ricercato. Pensare alla dimensione quotidiana come elemento che certamente offre sicurezza e stabilità, significa anche avere in mente un “tesoretto” di tempo a disposizione in cui è possibile incidere e sostenere davvero tanto. Quanto, in un tempo anche molto lungo se pensato in chiave longitudinale (2-3- anni di frequenza), è possibile lavorare sulla dimensione individuale in termini di personalizzazione e/o individualizzazione? Come il diritto ad una educazione per tutti e per ciascuno può e deve stare in relazione con una dimensione di comunità e di socialità? Pensare ad un progetto che sia il più possibile inclusivo e rispettoso dei tanti membri della comunità può paradossalmente arrivare a indebolire alcune dimensioni sociali e/o gruppali? Se la conoscenza si costruisce nella relazione con gli altri, questa relazione, nell’arco dell’intera giornata, dove va ricercata?

Il Lavoro Aperto, come atteggiamento e dimensione attraverso cui interpretare il fare educazione a partire dal concetto che un bambino impara ciò che gli interessa e che vuole e non tanto ciò che gli adulti decidono che debba imparare, può rappresentare – pensiamo – un punto di equilibrio tra la dimensione sociale e la dimensione individuale dell’esperienza educativa. Negli ultimi anni molto si è investito sul gruppo e su una idea di comunità, che a volte ha rischiato di divenire una sorta di alibi per non considerare il singolo, la persona /individuo e la relativa e necessaria costruzione di significati personali, di percorsi non predefiniti e singoli.

Il Lavoro Aperto è un modo per intendere e interpretare la relazione tra adulti e bambini in educazione, è una possibilità di intendere i rapporti di potere che si instaurano all’interno di una situazione educativa in cui gli adulti

  • hanno la possibilità di decidere molti aspetti delle esperienze di formazione e di conoscenza dei bambini,
  • hanno l’opportunità di definire le dimensioni di apprendimento e di relazione (piccolo, grande gruppo…)
  • possono influire sulle proposte e sulla costruzione di saperi in modo determinante lasciando che i bambini possano esplorare con tempi e modi differenti (raggiungendo magari anche obiettivi non tutti uguali) oppure possono perseguire con grande determinazione e decisione, obiettivi definiti utili a requisiti o prerequisiti utili e necessari ai successivi ordini scolastici.

Il Lavoro Aperto prova ad aprire spazi e tempi e soprattutto ad insinuare alcuni dubbi sulla possibilità di intendere il fare esperienza come modo di costruire la propria quotidianità da parte dei bambini stessi.

Il Lavoro Aperto ci invita ad abitare il pensiero per alternative e/e piuttosto che un pensiero binario o/o (Morin); può rappresentare un modo per costruire intorno all’occasione dove all’adulto spetta il compito e la responsabilità di creare le condizioni perché l’altro, il bambino anche piccolo, prenda lui stesso la decisione e si assuma il rischio della costruzione della propria esperienza? All’adulto spetta il compito di scrivere e tenere traccia di questo processo, di dare ragione del proprio fare e delle possibilità e occasioni incontrate dal bambino? E’ l’idea di attivare la voglia di partecipare al progetto educativo: esiste un momento più propizio di un altro per poter divenite interlocutore dell’azione educativa? Il Lavoro Aperto può rappresentare una possibilità di intendere il fare educativo a partire dal fatto che l’adulto, nella prospettiva del pensiero per alternative, può giocare numerosi e vari ruoli e modalità di stare in relazione con i bambini? Singoli e in gruppo?





Programma del Corso:

 

PROGRAMMA NON DEFINITIVO

Venerdì 17 marzo ore 14,30 apertura e saluti

Sala Convegni ATC Piemonte Centrale corso Dante 14 – 10134 Torino

ore 15 – 18 relazioni

– “La sostanza delle cose, per una proposta pedagogica nuova capace di cercare un senso al fare esperienza”, Franco Lorenzoni, Casa laboratorio Cenci

– “ Oltre lo speciale. Presupposti per un’educazione inclusiva” Roberto Medeghini, Università di Bergamo

– “Il valore evolutivo dell’ intersoggettività embodied“ Francesca Morganti, Università di Bergamo

Introduce e coordina Laura Malavasi

 

Sabato 18 marzo ore 9,00 – 13,00 / ore 14,30 – 18,00

Centro di Documentazione Pedagogica Corso Francia 285 – 10139 Torino

5 punti universali in educazione; 5 possibilità interpretative offerte dal Lavoro Aperto

Workshop: esperienze in discussione

I laboratori saranno ripetuti mattina e pomeriggio. Ogni partecipante può partecipare a due laboratori diversi nell’arco della giornata (uno al mattino e uno al pomeriggio).

  1. Le relazioni tra adulti: accompagnare i processi di cambiamento in una equipe di lavoro
    introduce e coordina Matteo Lei (Coordinatore pedagogico, Servizio Coordinamento 0-6 Unione del Distretto Ceramico).Il lavoro Aperto tenta di aprire spazi di riflessione sulla possibilità che siano i bambini ad essere attivi costruttori della propria quotidianità nei servizi educativi. Spesso lavorare in questo modo richiede un cambio di prospettiva che coinvolge in primo luogo gli educatori che sono in dialogo con bambini e famiglie. Un gruppo di lavoro che si approccia ad un cambiamento ha la necessità di interrogarsi sulle modalità più opportune per predisporsi ad una transizione ed intenderla come opportunità invece che come un ostacolo. Quali parole chiave possono essere utili per orientarci nel cambiamento? Quali processi attivare nelle equipe di lavoro per sostenere passaggi significativi volti ad accogliere nuove modalità di vivere la quotidianità? Come le famiglie sono incluse in questo percorso? L’analisi di alcuni termini e il racconto di alcune esperienze cercheranno di facilitare la comprensione di come sia possibile avviare un processo di trasformazione sostenibile per una equipe di lavoro.
  1. I tempi
    introduce e coordina Beatrice Vitali (Coordinatrice pedagogica Fondazione Gualandi)Il tempo è una dimensione centrale nell’organizzazione educativa. Spesso è considerato un elemento che limita o che è da ostacolo per la messa in pratica di alcune scelte o idee. Come poter intervenire e considerare in una prospettiva più fluida e flessibile il tempo a disposizione all’interno dei servizi 1/6? Da dove partire? Come riuscire a trovare una dimensione temporale idonea agli obiettivi che ci si propone come gruppo di lavoro e allo stesso tempo rispettosa delle caratteristiche di ciascun bambino? Attraverso il racconto, l’osservazione di filmati e la condivisione di materiali, si andrà a ragionare e a realizzare possibili linee del tempo a sostegno dell’organizzazione, della quotidianità dei servizi e del benessere ci ciascuno.
  1. Il gioco e i saperi che si costruiscono nel giocare
    introduce e coordina Silvana Buono (Coordinatrice Pedagogica Cooperativa La Coccinella, Cles)Attraverso il racconto di pratiche quotidiane, il gioco dei bambini si espande valorizzando stili personali (differenziazione) e culture di gioco relazionali e progettuali tra bambini: il tutto attraverso un ruolo dell’adulto in cambiamento tra osservazione, riflessione e rilancio con spazi e materiali pronti ad accogliere i desideri e le tracce dei bambini affinché il gioco come esperienza diventi competenza e apprendimento.
  1. La relazione educativa come rapporto di potere tra adulto e bambino: ha senso parlare di regole, libertà e autonomia?
    introduce e coordina Monica Saja (Coordinatrice Servizi 0-6 L’Allegra Brigata, 3EFFE s.c.s onlus, Senigallia)Nel nostro agire quotidiano di educatori non è così scontato domandarsi quanto la relazione educativa tra adulto e bambino sia un rapporto di potere tra le parti. Spesso lo diamo per scontato ma le nostre pratiche educative ci raccontano quale significato attribuiamo alla parola POTERE, a chi nella relazione tra adulto e bambino riconosciamo POTERE e perché, quale idea di LIBERTÀ e AUTONOMIA del bambino promuoviamo e quale ruolo giocano le REGOLE in questa relazione. La domanda è: Siamo pronti ad assumercene la responsabilità?
  1. Il gruppo dei pari come “agorà educativa
    introduce e coordina Enea Nottoli (pedagogista, docente scuole secondaria)Le relazioni tra pari in un contesto 0-6 svolgono un ruolo fondamentale. L’ambiente educativo è il primo micro-cosmo in cui essi entrano in relazione, uno spazio che poi si dovrà, necessariamente, aprire al mondo circostante. Le esperienze vissute nei primi due, tre anni di vita avranno implicazioni sull’accettazione dei bambini da parte dei loro compagni nei successivi percorsi educativi. Coloro che dimostreranno di avere buone competenze relazionali, saranno un domani accettati più facilmente dai loro pari e interagiranno con il tessuto sociale circostante in modo concreto e diretto

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Domenica 19 marzo ore 9,30 – 13,00

Sessione plenaria

Sala Convegni ATC Piemonte Centrale corso Dante 14 – 10134 Torino

“Le sfide etiche all’esperienza educativa: educabilità e compatibilità”, Teresa Grange, Università Valle d’Aosta

“La documentazione pedagogica come impresa pericolosa capace di sfidare i discorsi dominanti”, Kati Rintakorpi (University of Helsinki, Finland).

Coordina e conclude Cinzia Mion, formatrice

 

MODALITA’ DI ISCRIZIONE

Per partecipare al seminario è necessario registrarsi alla pagina di iscrizione scegliendo il workshop a cui si desidera partecipare sabato mattina, la scelta del workshop a cui partecipare nel pomeriggio può essere fatta da QUESTA PAGINA

 



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