Login
Registrati
[aps-social id="1"]

Educazione, Terra, Natura
Una riflessione in progress

Paolo Beneventi

Collaboratore

Amilcare Acerbi

Formatore, pedagogista


 

Dopo Bressanone, il Museo Virtuale dei Piccoli Animali

Paolo Beneventi

 

Se una foto dell’insetto simile a quella che mi hanno mandato, on line proprio non si trova, vuol dire che quell’insetto non è stato fotografato molto, forse che è raro e, in casi estremi, ma proprio molto estremi, potrebbe essere ancora sconosciuto e abbiamo fatto davvero una scoperta! (ma se la foto arriva dal Borneo, o dall’Amazzonia, non è detto che non possa succedere).

Così, stabiliamo intanto che l’immagine che i ragazzi della scuola di Kaohsiung, Taiwan, dal loro “Organic Garden”, hanno pubblicato nel gruppo facebook del Museo Virtuale dei Piccoli Animali non è, come a prima vista potrebbe sembrare, una coccinella dai colori e disegni strani, perché ha antenne segmentate tipiche delle cimici. È una ninfa e, cercando in rete a partire da quella “grafica” particolare, si scoprono meraviglie inaspettate. Proviamo per esempio a scrivere in Google il nome di una famiglie come “Scutelleridae” e poi a cliccare su immagini!

Però, dato che non sono ancora riuscito a trovarla, può anche essere che abbia preso una cantonata!

Con l’essere strano dalla Malesia, ci faccio invece subito una figura migliore. Alla domanda stupita dello scopritore: “Che cos’è?” subito mentalmente lo collego a un emittero “assassino”, però ha i “cerci” (ma non era una roba da primitivi Tisanuri, Effimere, Grilli?) e quelle incredibili zampe anteriori trasformate in “chele”. Che sia una stravagante cimice d’acqua? On line lì per lì non mi sbilancio, e chiedo se non ha altre foto. E intanto, prima della consueta ricerca nell’abbondanza della rete, vado questa volta a vedere prima su un libro di carta, due pagine per ognuna delle principali famiglie. Un quarto d’ora dopo pubblico la risposta: famiglia Napidae, detto anche “scorpione d’acqua”!

Al convegno “Educazione Terra Natura” ho presentato il progetto “Il Museo Virtuale dei Piccoli Animali”.

Come curriculum scientifico, io avrei studiato ai miei tempi al liceo classico e poi al Dams, e quando mi sono laureato non distinguevo un pino da un cedro. Poi, insieme con i bambini, ho imparato qualcosa sugli alberi (“le foglie del gingko sono strane, assomigliano a un fungo!” Bimba di seconda primaria) e probabilmente qualcosa di più sugli insetti (“le api succhiano e le vespe tagliano!” Bambini di prima, spontaneamente in gruppo, guardando insieme le foto macro).

Si esce insieme nel giardino della scuola, muniti di “lenti d’ingrandimento” digitali, macchine fotografiche e videocamere e si scoprono tanti “concittadini inaspettati”, che poi possiamo osservare nelle foto ingranditi in particolari assolutamente sorprendenti e nei video con tutti i loro movimenti e le voci di commento, sorpresa e entusiasmo dei bambini. Succede che si mettono d’accordo, in pochi minuti, l’osservazione della natura, l’esperienza corporea, la collaborazione tra i pari e tra le generazioni, l’utilizzo consapevole e intelligente della tecnologia.

A proposito. Facebook è un ottimo posto per comunicare con tanta gente insieme, ma non il più adatto per lavorare. Se per esempio voglio ritrovare un’immagine o un post pubblicati tempo fa, o raccogliere insieme cose divise per provenienza, per tipo di animali o che altro, come faccio?

Le pagine del Museo – che subiranno in un futuro non lontano una sostanziosa ristrutturazione – sono impostate con un loro ordine, aggiornate periodicamente, ma presentano, ovviamente, solo una piccola selezione del materiale che produciamo direttamente sul campo o che ci arriva dai nostri corrispondenti e non sono predisposte per accogliere il mucchio dei video e delle fotografie. A parte certe cose venute male, irrilevanti o che comunque ha poco senso pubblicare (e che quindi vanno scartate: non contribuiremo anche noi a riempire il cloud di spazzatura!) anche il mucchio però può essere interessante, a testimonianza delle attività che da diverse parti del mondo si stanno organizzando attorno al museo. L’idea è – senza rinunciare all’utilità delle pagine facebook – di rendere disponibile presto uno spazio nostro, a cui chi vuole potrà indirizzare il suo materiale o svolgere ricerche su quello degli altri, con documenti ordinati, indicizzati, facilmente rintracciabili e collegabili tra di loro.

Il convegno Educazione Terra Natura è stato una buona occasione per presentare questo nostro progetto in un contesto appropriato, conoscere tante attività e persone davvero interessanti e soprattutto incominciare a tessere quella rete della cui necessità sempre si parla, ma che a causa anche di radicate abitudini sociali e culturali paleo-industriali (non basta essere sempre attaccati al telefonino per abitare consapevolmente un mondo “digitale”!) spesso facciamo fatica a far funzionare come potremmo.

Le idee ci sono, gli strumenti tecnologici per partecipare da protagonisti alla società dell’informazione sono nelle nostre mani, facili, economici, potentissimi. E il Museo Virtuale dei Piccoli Animali può rivelarsi un’occasione semplice, immediata, forse per alcuni sorprendente, perché tanti cittadini del mondo globale, bambini, ragazzi, adulti, possano agire, conoscere, costruire insieme.

www.museum.terrainsieme.net

 

Bibliografia “personale”

Paolo Beneventi, I bambini e l’ambiente, Sonda, Casale Monferrato 2009 (prefazione di Mario Tozzi)

Ebook di fotografia, scienza e poesia: Mosche (scaricabile gratis), Imenotteri, Coleotteri, Emitteri, Mammeonline, Foggia 2013-2016

 

A Bressanone è incominciato il secondo anno di attività con

ZERO/SEI/UP

 

Brevi riflessioni di Amilcare Acerbi

Con l’iniziativa di Bressanone, impostata e gestita insieme con Scienze dalla Formazione dell’Università di Bolzano, si incomincia a delineare, per noi e con voi, che cosa significa l’aggiunta <UP> al nome ZeroSei:

UP.1 – Consideriamo necessario indicare e sperimentare come potrebbe svilupparsi il collegamento e l’intreccio tra ordini di scuola diversi, infatti il convegno ha trattato una questione che è di grande interesse per ciascuna delle età da zero a 16 anni.

UP.2 – La questione bambino-ambiente è stata trattata in forma interdisciplinare, tanto sul piano teorico quanto in una dimensione pratica, indirizzando le attenzioni verso possibili e praticabili approfondimenti: considerandola questa una tappa ma prefigurando una direzione.

UP.3 – Abbiamo portato sguardo e riflessione sul contesto ove vivono bambini e ragazzi, e sulle dinamiche di molti fenomeni e attori esterni alle scuole, che pur influiscono sull’agire e vivere quotidiano di ciascuno dei minori e di ogni educatore, e di come possano rapportarsi gli insegnamenti formali, impostati dai docenti, con quelli informali, non sempre verificabili, prodotti dalla società.

Da ultimo abbiamo proposto come sede e acquisito come soggetto partner un ‘università collocata in una regione italiana che ha scelto di considerare strategica per il suo sviluppo la questione ambientale e del rapporto uomo-ambiente. Lo si vede da come tratta l’agricoltura, da come indaga e applica la sostenibilità, da come offre servizi alla comunità.

Certamente l’ <UP> non è operazione facile, ma possiamo vantarci che questo primo incontro-esperimento ha richiamato l’attenzione di ben 170 operatori dell’educazione, giovanissimi in fase di formazione e tanti altri impegnati nelle strutture pubbliche, in quelle private o in contesti esterni ma rapportati al mondo della scuola.

Ebbene, ora sarebbe interessante per noi raccogliere segnali ed effetti postumi, provenienti da chi ha partecipato; chiediamo…

>   Ritornando in sede, al vostro rapporto con i bambini, alla relazione con la vostra comunità, che cosa di quanto raccolto vi ha maggiormente stimolati o influenzati?

>   Avete deciso di approfondire la conoscenza? Avete modificato approcci o programmi? Avete acuito l’osservazione sui bambini? Avete deciso di sperimentare percorsi differenti? Avete intrecciato nuove relazioni che pensate di sviluppare?

>   E ancora, desiderate che riprendiamo alcuni temi e li approfondiamo con altre occasioni convegnistiche o seminariali? Ascoltati gli altri vorreste ora disporre di un’occasione o di un mezzo in cui raccontare quello che realizzate?

>   Ci incoraggiate a proseguire? Se dovessimo organizzare, così come abbiamo ipotizzato, altre iniziative di approfondimento, a Torino, a Pavia, a Salerno, ci seguireste ancora, incoraggereste colleghi a partecipare, ci offrireste il vostro apporto? E come?

 

<UP> significa anche il nuovo che avanza. Va dominato oppure favorito? Compreso o subìto?

Noi cercheremmo di non restare né affascinati, né indifferenti.

 

<UP> è termine anglosassone, andrebbe letto <AP>. Con la diffusione delle APP, ovvero delle applicazioni in rete, rischiamo confusione lessicale? La nostra certo non è un’applicazione facilitante, ma una formula per fare ricerca insieme, per difenderci dalla pressione puramente consumistica cui spinge l’evoluzione tecnologica e commerciale. Penso che possiamo tranquillamente continuare a scriverla UP e leggerla AP e intenderla APP!

 

Educazione. Terra. Natura, il titolo della nostra prima tappa. Terra: il pianeta su cui viviamo; la materia in cui crescono i nostri alimenti; lo scrigno che conserva o che si saccheggia; la massa che travolge o inghiotte. Natura: il contenitore dei nostri DNA e di ogni essere vivente; il teatro dello scontro fra ideologie, interessi speculativi, bisogni individuali; lo sfondo per il nostro sentire poetico. Educazione: sembra essere l’unico strumento di regolazione e di riequilibrio. Ma c’è molta strada da percorrere; confidiamo che ci affianchino le associazioni degli insegnanti; infatti la motivazione degli operatori e la grande mole di innovazione compiuta nel comparto zero-sei potrebbe fungere da traino per gli altri ordini di scuola. L’aver chiamato alla riflessione Università diverse, variamente impegnate a sviluppare attenzione o ricerca su alcuni nodi e questioni succitate, ci indica quanto sarebbe utile per i docenti disporre di ricerche e di accompagnamenti nelle sperimentazioni didattiche. Infine strategia vincente sarebbe che si misurino con noi e ci portino il loro pensiero le associazioni delle imprese, loro sì determinanti per scelte di riequilibrio e sostenibilità.

 

Non possiamo e non vorremmo educare i figli contro i padri!

Documentazione:

ETN – Educazione, terra, natura

Lascia un commento