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Educare alla pace in tempo di guerra

Ursula Gruner

Formatrice


Che letture proporre ai bambini in un tempo segnato da un conflitto bellico che richiede gesti di pace

Viviamo settimane di preoccupazione e la prima volta dalla Seconda guerra  mondiale la faccia mostruosa della guerra è così concretamente vicina alle nostre  vite. I bambini e le bambine percepiscono il cambiamento, ci sentono parlare e  notano la nuvola che oscura i pensieri dei grandi. Per prima cosa è da sottolineare  che gli adulti hanno il dovere di proteggere i bambini di fronte a immagini e notizie  della guerra trasmesse dai media. Tuttavia, essi vivono con noi questo mondo e non  possiamo ignorare il loro coinvolgimento. È dovere di chi accompagna la loro  crescita rispondere ai loro bisogni emotivi e intellettuali e non lasciare i bambini da  soli con le notizie che ricevono anche di seconda mano. I bambini  e le bambine hanno il diritto di ottenere risposte alle loro  domande o preoccupazioni. Le spiegazioni per i bambini devono  essere sempre filtrate dagli adulti ed essere adeguate all’età e  alla capacità di elaborazione. Come ho già spesso in questa  rubrica sottolineato, i libri possono venire in soccorso dei grandi,  che trovano parole per affrontare argomenti complessi anche  con i più piccoli, come anche dei bambini e delle bambine che  possono elaborare il proprio vissuto e arricchire simbolicamente  la loro esperienza.

Beatrice Alemagna, nel libro Le cose che passano, ha creato un albo che accoglie le  ansie dei più piccoli e li rassicura con un abbraccio consolante. Inizia proprio così  l’albo: Nella vita ci sono molte cose che passano, si trasformano e se ne vanno, il  sonno, una piccola ferita; la musica  scivola via, i pensieri neri svaniscono,  proprio come si asciugano le lacrime, la  paura prima o poi se ne va.   

Cose leggere e cose pesanti della vita  scorrono, tutto prima o poi passa,  trascorre, cambia, ma c’è una sola cosa  che non se ne va. E non se ne andrà mai.  Mai.

Qui l’autrice non necessita più parole, un silenzioso abbraccio conclude l’albo come  un sigillo alla vita. L’adulto, la mamma è la sicurezza del bambino e della bambina  che si sente debole di fronte a parole e situazioni inspiegabili. Un altro libro uscito  da poco per Fatatrac parla in modo poetico della luce e  della speranza. In E se quel giorno si alternano i giorni  di tristezza, fumo o tempesta con pagine di positività:

E se quel giorno tutto sarà grigio? 

Per fortuna ci saranno gli alberi  Se quel giorno non riesci stare lì 

Per fortuna puoi volare là.  

E se… quel giorno verrà il buio?  

Per fortuna ci sarà sempre una luce.

Qui si può parlare di una poesia illustrata, un linguaggio visivo che completa con  grande finezza il linguaggio  simbolico dei brani poetici.   In questo momento possiamo  riprendere un sempre grande  classico di Leo Leonni, Swimmy,  uno dei più amati libri che  parlano della solidarietà fra i  deboli che riescono, grazie alla  loro unione, a scacciare via la  paura e il grande pesce nero che  impedisce loro di girare in libertà.   Un libro che si presta a tante interpretazioni e osservazioni e invita a collaborare, a  sentirsi parte di una comunità solidale.  Proprio questo è un punto sul quale  possiamo lavorare in questo tempo.  Gesti concreti che tanti servizi hanno già  attivato per aiutare i profughi della  guerra sono azioni tangibili che  scacciano il fantasma della passività.  Guidati dagli adulti i bambini e le  bambine possono sentirsi in una rete di  solidarietà e comprendere che insieme ci si può rendere utili per migliorare la  situazione.

Qui ancora due libri che parlano di  accoglienza:  (Non) C’è posto per tutti è una  originale proposta che stupisce per la sua  doppia lettura. Leggendo l’albo dall’inizio: le  foche, sul loro scoglio sicuro, negano  l’accoglienza a chi scappa dal pericolo. Girando  il libro e leggendo le stesse parole a partire dal  fondo, cambia il messaggio fondamentale: la  comunità delle foche diventa ospitale e  accoglie a braccia, o meglio pinne aperte, il  gruppo delle foche che deve lasciare lo scoglio per l’onda che invade il loro  arcipelago. Uno splendido albo sull’accoglienza con un originale gioco linguistico che  capovolge la situazione e fa ridere e pensare sia i grandi che i piccoli. Ci vuole poco  per cambiare la prospettiva.

 Rifugiati, è una storia senza parole.  Le illustrazioni lasciano perciò tanto  spazio alla interpretazione  individuale. Le immagini  attraversano vari secoli e momenti  di persone che fuggono da  situazioni di pericolo dei propri  paesi. Un ciondolo si ritrova a  partire dalla copertina in ogni  pagina; chi sfoglia il libro  lo può ritrovare come un  filo rosso della storia che si conclude in un passaggio  finale in cui un bambino dona questo ciondolo ad un  altro, un simbolico gesto di unione fra i bambini di  diverse origini. La promozione di una cultura  d’accoglienza rappresentata con gesti concreti. Un  libro che parla con le immagini è particolarmente indicato in un gruppo di bambini  multilinguistico.

Un altro libro di incontri fra sconosciuti è Gita sulla luna. Anche qui  parlano solo le immagini che possono innescare profonde riflessioni e confronti.

Alla concreta domanda dei bambini sulla guerra non dobbiamo sfuggire, bensì  offrire spiegazioni precise e fare comprendere loro che ci sono sempre persone che  si impegnano per una riconciliazione e per alleviare le sofferenze.

 

Vi segnalo due  libri che parlano uno di Conflitti globali e l’altro dei Rifugiati e Migranti. Sono albi di  divulgazione indicati a partire dai sette anni. Le parole sono semplici e chiare e  indicano che ci sono persone e organizzazioni che si impegnano per la pace e per far  valere i diritti umani. Questi  libri sono consigliabili anche  per una preparazione degli  adulti prima di parlare di  questi temi con i bambini e  le bambine, perché offrono  possibili strategie di  spiegazione e chiariscono  concetti e definizioni.

 

È da sottolineare che la guerra non va confusa nelle spiegazioni  con le liti e conflitti dei  bambini e delle bambine,  quelli fanno parte della loro  crescita e del loro  apprendimento. Saper  affrontare e risolvere un  conflitto è un percorso  educativo da imparare e da  sperimentare  quotidianamente. Questo  viene molto chiaramente  differenziato dalla eccellente coppia Calì/ Bloch in: La grande azzuffata. Gli autori  descrivono così la differenza: Il motivo della zuffa: La vera zuffa è un gioco. Se il  motivo diventa l’odio non è più un gioco. Il resto viene spiegato dall’illustrazione, con  missili e carrarmati che attraversano la pagina.

 

David Mc Kee, l’ideatore di Elmer, l’elefante variopinto, un faro  dell’educazione alla tolleranza e all’accoglienza della diversità,   ben conosciuto nei nidi e scuole d’infanzia, si è occupato  frequentemente del tema della guerra, un titolo molto divertente  è: Due mostri.  La forza distruttiva accompagnata da insulti e  parolacce fa  ridere pure i  piccoli lettori  e lettrici.  Tutto finisce  in una  riconciliazione con  l’affermazione che era una  sciocchezza distruggere la bella  montagna.  Questo come tanti albi per l’infanzia non tratta della guerra in  generale, bensi della sua stupidità e inutilità e della necessità di  creare un mondo di amicizia e di pace.

Un altro divertente albo di  questo stile è Il cavaliere Panciaterra, vincitore nel 2016 del  premio Andersen per il miglior albo illustrato. Gilles Bachelet narra  in modo ironico e spiritoso della stoltezza della guerra: due   eserciti di cavalieri-lumache sono schierati in stile medievale. Ma  per fortuna le ostilità non hanno inizio perché il cavaliere  Panciaterra ha sempre qualcosa di più importante da fare:

  • salutare i suoi bambini
  • dare un ultimo bacio alla moglie
  • aiutare una principessa che si è persa
  • fare il pranzo-picnic.

MORALE: Nella vita ci sono moltissime cose che si possono rimandare all’indomani… ma sicuramente non un bel bacio bavoso.  Come non ricordare qui le filastrocche di  Gianni Rodari, in questi giorni molto citate?

A questo punto ricordiamo il suo La guerra delle campane,  illustrato dal grande Pef, dove i cannoni fatti fondendo le  campane non sparano esplosivi ma suonano a festa e fanno  scappare i generali degli eserciti contendenti.

Nel centenario dalla nascita di Mario  Lodi non dimentichiamo i lungimiranti  racconti in: Favole di pace, disponibile  nel catalogo di Sinnos. Favole piene di  speranza, un grande urlo contro la guerra e per la pace.

Non tralasciamo in questo momento finestre di felicità, di  salvezza nel quotidiano, che fanno respirare e vivere con gioia  anche in questi giorni. I bambini e le bambine hanno sempre  il diritto di vivere la bellezza della vita.

 

Concludo questa breve selezione di libri sulla  pace con l’albo: Bisognerà, un appello ad un  impegno civile affinché il mondo migliori. Il  bambino era seduto là, sulla sua isola. Guardava il mondo e rifletteva. Il bambino  vide le guerre. Sarebbe bello dipingere le divise  dei soldati, disse tra sé. E con le canne dei loro  fucili fare posatori per uccelli e flauti per  pastori. Il bambino vide ancora tante altre  cose che non vanno in questo mondo ma Alla fine il bambino guardò il mondo  un’ultima volta, dalla sua isola. Poi decise… di nascere. Questo appello per un  mondo migliore è nello stesso tempo un libro di speranza, come ogni nascita.

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