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Differenziazione educativa come segno di qualità nei servizi in Germania

Enea Nottoli

Redattore e formatore RILA


Quali sono i punti di forza nel sistema prescolare tedesco? Quali sono state le ripercussioni culturali, sociali e politiche dopo l’avvenuto ricongiungimento delle due anime della Germania? Quali sono il ruolo e l’indirizzo che gli Stati Federali cercano di dare?

Nonostante la crisi economica si sia fatta sentire anche sulla potente macchina produttiva tedesca, il governo centrale, sin da subito, ha cercato di mantenere forte l’attenzione sul sistema scolastico, consapevole che un disinvestimento avrebbe portato una serie di conseguenze sociali catastrofiche.

Dopo il lungo e faticoso cammino di riunificazione, la Germania ha dovuto fare i conti con economie che viaggiavano a velocità ridotte e, aspetto da non sottovalutare, con due sistemi sociali in evidente contrapposizione: da una parte il sistema centralizzato di stampo socialista-sovietico, dall’altro una democrazia occidentalizzata ed attenta alle differenze.

Il cammino è stato senza dubbio faticoso e pieno di insidie, ma ovviamente non ha ancora raggiunto il proprio compimento, con differenze socio-culturali ancora piuttosto evidenti. Per evitare rigurgiti nostalgici sia di destra che di sinistra, per bypassare una storia in alcuni casi insostenibile, la Germania ha dunque cominciato un percorso di ridefinizione della figura del bambino, sviluppandone le sue competenze sin dalla primissima età; il gioco e i suoi strumenti sono diventati veicoli fondamentali per la conoscenza e la comprensione del mondo. Allo stesso modo, oggi più che mai, diversità e integrazione sono aspetti primari, sui quali costruire il cittadino del domani e per rafforzare una democrazia già troppe volte messa in pericolo o in discussione.

Il bambino al centro; il bambino e le sue esigenze a prescindere dal ruolo di un adulto visto come accompagnatore e non come protagonista.

 

Sistemi e obiettivi nel sistema prescolare

Tradizionalmente gli istituti della prima infanzia si distinguono per età: 0-3 (nidi, crèches) e 3-6 (scuole materne, Kindergarten). È possibile trovare anche gruppi misti 0-6 sotto lo stesso tetto (solitamente si chiamano Kita, l’abbreviazione di Kindertagesstätte). A volte le Kita includono anche un servizio che si chiama Hort, che è l’assistenza del doposcuola per i bambini dai 6 ai 10–12 anni.

Negli ultimi 10 anni, in molte parti della Germania, nei Kindergarten possono entrare i bambini dai 2 anni in su, quindi la fascia d’età va dai 2-6 anni.

La maggior parte di questi Istituti sono liberi di scegliere la propria forma organizzativa: gruppi misti o della stessa età. La maggior parte preferisce occuparsi di bambini 0-2 e 2-6 contemporaneamente; con gruppi aperti o non aperti.

In tutti i 16 Stati Federali esistono programmi educativi che il personale deve seguire; quasi tutti offrono un servizio ai bambini 0-6, tre Stati (Baviera, Turingia ed Assia) coprono la fascia 0-10 e, al momento, in Turingia si sta lavorando a un programma che copre tutta la fascia dell’educazione formale, 0-18 anni.

Tutti i programmi educativi e la maggior parte delle norme sull’istruzione primaria obbligano il personale dei servizi e gli insegnanti della scuola primaria, a collaborare per facilitare l’esperienza educativa del periodo di transizione dei bambini.

 

Documenti programmatici

Da un punto di vista federale, esiste un “modello universale nei servizi per l’educazione della prima infanzia” che è stato accordato nel 2004 da tutti i Ministri della Gioventù e dell’Educazione.

In precedenza, Il Ministero Federale della Gioventù incaricava i migliori ricercatori/scienziati dell’educazione per sviluppare “gli standard della qualità”, come modelli per la suddivisione degli enti responsabili per 0-3, 3-6, 6-10/12 anni, e il cosiddetto approccio situazionale. Questi materiali sono stati elaborati per creare un’“Iniziativa Nazionale” condivisa e sostenuta da tutti i principali istituti all’interno della Germania. Questo processo è stato accompagnato dallo sviluppo del Manuale della Qualità, per esempio da parte di tutti gli istituti della prima infanzia della Chiesa cattolica e della Chiesa protestante che coprivano, per lo più, la fascia d’età 0-6 (come minimo).

Il gioco e gli strumenti del gioco sono dei veicoli per acquisire la conoscenza e comprendere il mondo. Non si tratta di preparare i bambini alla scuola primaria ma di preparare la scuola per i bambini; lo scopo è che ogni bambino dovrebbe essere in grado di gestire la transizione dall’educazione prescolare a quella primaria. Questo concetto è presente sulla carta e nei discorsi ma in molti programmi esistono parecchie contraddizioni.

 

I principi educativi in atto

Esiste molta diversità fra i servizi, e questo è visto come un grande vantaggio perché i genitori possono/dovrebbero scegliere i servizi in base alle loro necessità e preferenze, in base a quanto rispecchiano i valori familiari (“garantiti” dalla legge).

La diversità e l’integrazione sono i due scopi principali, anche se non sono ancora una realtà dappertutto. I bambini poveri tendono a non essere rappresentati dai servizi, così come i bambini di genitori immigrati o disabili tendono ad essere inseriti in strutture speciali. In un certo senso questa tendenza è dovuta al fatto che i genitori stessi desiderano un sostegno speciale per i propri figli.

 

La partecipazione delle famiglie

La partecipazione avviene solo a parole e nelle brochure. La gente la chiama “partnership” ma, di fatto, non c’è nulla di nuovo da 40 anni. Per legge, i genitori non hanno un ruolo decisionale, fatta eccezione per quei servizi che gestiscono direttamente.

I diritti dei genitori non vanno oltre i diritti d’informazione e, hanno il permesso di fare delle proposte. Va tutto bene finché i genitori partecipano alla discussione annuale sui propri figli con l’educatore e, ancora meglio, se i genitori partecipano alla festa estiva annuale.

 

Valutazione del sistema, della qualità e degli apprendimenti

Lo sviluppo sul campo è controllato da un istituto privato: Bertelsmann Foundation, che ha un forte potere decisionale sui politici e sulla politica in generale http://www.bertelsmann-stiftung.de/de/themen/bildung-verbessern/fruehkindliche-bildung.

Per quanto riguarda le quantità: c’è l’Ufficio Federale di Statistica che controlla lo sviluppo insieme al Dipartimento dell’Università di Dortmund: www.akjstat.tu-dortmund.de.

 

Conclusioni

Alla fine di questa breve analisi dobbiamo tener presenti alcuni punti essenziali. Per prima cosa bisogna notare che tutte le informazioni variano in base ai 16 Stati; inoltre è evidente che in questo articolo si cerca di descrivere le tendenze, quindi ogni punto potrebbe essere giudicato come “ingiusto”oppure potrebbe essere persino corretto, in previsione di un cambiamento e di uno sviluppo per un sistema migliore.

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