
Claudia Lichene
Premessa
Il Decreto 13 aprile 2017, n. 65 stabilisce “l’Istituzione del sistema integrato di educazione e di istruzione dalla nascita sino ai sei anni” introducendo, così, un passaggio orientato a promuovere la costruzione di una prospettiva educativa nei soggetti che, a diverso titolo, operano nei contesti educativi per l’infanzia.
Il Decreto, tra i principi e finalità esplicitate nell’art. 1 dichiara di voler promuovere “la qualità dell’offerta educativa avvalendosi di personale educativo e docente con qualificazione universitaria e attraverso la formazione continua in servizio, la dimensione collegiale del lavoro e il coordinamento pedagogico territoriale” (Decreto 13 aprile 2017, n. 65, Gazzetta Ufficiale).
I principi e le finalità sopra evidenziate recepiscono indicazioni nazionali ed europee che sottolineano quali leve fondamentali della qualità dei servizi per l’infanzia la formazione iniziale e quella in servizio. Il Quality Framework (2014) mette in evidenza come la competenza e la professionalità di educatori ed insegnanti sia un fattore che incide positivamente, in termini di efficacia, sui processi di sviluppo cognitivo e socio-emotivo dei bambini sul lungo periodo[1]. Il documento sottolinea in più parti come l’attenzione e la cura rivolta alla formazione (iniziale e in servizio), alle condizioni di lavoro di tutti i soggetti che, a diverso titolo, operano nei contesti educativi per l’infanzia e le strategie di coordinamento pedagogico siano fattori cruciali nel garantire la qualità dell’intervento educativo. In linea con i documenti europei, le Indicazioni Nazionali per la scuola dell’infanzia e del primo ciclo di istruzione individuano la presenza di insegnanti preparati e attenti alle specificità dei bambini e dei gruppi di cui hanno la responsabilità educativa come un “indispensabile fattore di qualità per la costruzione di un ambiente educativo accogliente, sicuro, ben organizzato, capace di suscitare la fiducia dei genitori e della comunità.” (Indicazioni Nazionali, 2012, p. 23).
Emerge, dunque, un profilo professionale davvero complesso che necessita di una preparazione iniziale ma, soprattutto, di continue occasioni di crescita professionale in servizio che aiutino a riflettere sulla pratica quotidiana in ottica di miglioramento e di acquisizione di maggior consapevolezza. Il tema della formazione del personale educativo 0-6 è dunque cruciale e richiede di mettere a fuoco alcune questioni di fondo relative, in particolare, al modo in cui si possono “tenere insieme” la teoria, i saperi e la pratica educativa, e a come debba essere caratterizzata la proposta formativa per gli operatori educativi dello 0-6.
Verso lo 0-6: l’inizio di un’esperienza di formazione partecipata e condivisa
Da tempo ormai è chiaro che il supporto normativo è necessario, ma non sufficiente a promuovere la realizzazione di un sistema integrato 0-6 anni.
Per questo motivo, a pochi mesi dall’emanazione della Legge 13 luglio 2015, n. 107, un gruppo di lavoro costituito da insegnanti, dirigenti scolastici e dirigenti dei distretti sociosanitari di Imperia, Sanremo, Ventimiglia ha iniziato a progettare occasioni di formazione condivisa e partecipata tra insegnanti ed educatori. Il percorso di formazione in questione ha preso avvio nell’aprile 2016 con una iniziativa promossa da una rete di associazioni culturali e professionali -Gruppo Nazionale Nidi e Infanzia Liguria, ZeroseiUp, Proteo fare e Sapere Liguria. Il convegno, dal titolo “Zero-Sei: Sistemi educativi che si incontrano”, ha rappresentato sia un momento di riflessione a partire dalle sollecitazioni proposte dagli interventi dei relatori, sia l’avvio di un percorso più ampio che avrebbe preso in considerazione questioni sull’infanzia ritenute importanti dai partecipanti. Durante l’iniziativa è stato somministrato un questionario per rilevare i bisogni formativi di insegnanti, educatori, coordinatori e dirigenti scolastici. Dall’analisi delle risposte, oltre alle tematiche relative all’infanzia, sono emerse – in modo chiaro – ansie e preoccupazioni rispetto ai cambiamenti che la L. 107 si proponeva di introdurre rispetto al sistema integrato (comma 181, lettera e).
A seguito di questo primo seminario, il gruppo di lavoro ha incaricato ZeroseiUp di organizzare un percorso di formazione che rispondesse ad alcune richieste emerse dall’analisi dei questionari e che riguardavano, in particolare, la progettazione e l’organizzazione di spazi e temi nella prospettiva pedagogica del nido e in quella della scuola dell’infanzia, con l’obiettivo di mettere in evidenza trasversalità e specificità dei contesti educativi coinvolti. Questa prima fase del percorso di formazione – realizzatasi nell’anno scolastico 2017/18 – finalizzata a promuovere la costruzione di una prospettiva pedagogica 0-6, si è conclusa con due seminari: a Imperia e Sanremo. Queste iniziative, oltre ad offrire spunti di riflessioni ulteriori sui temi dello spazio, del tempo, dell’accoglienza e della cura educativa, hanno rappresentato l’occasione per presentare la proposta formativa che avrebbe impegnato educatori, insegnanti, coordinatori e dirigenti nel corso del nuovo anno scolastico. Il percorso formativo da avviare ha visto sia consolidarsi alcune pratiche già presenti nelle precedenti esperienze, sia l’introduzione di aspetti di novità che descriverò a breve.
Il percorso: modalità concrete di realizzazione
Una caratteristica, che si è andata via via consolidando, riguarda il carattere interistituzionale che nella gestione del percorso formativo in atto ha visto la partecipazione formale e attiva di diversi soggetti ed Enti[2].
Questo aspetto ha garantito:
- le risorse economiche necessarie che distretti e reti di ambito hanno investito per la formazione di educatori ed insegnanti;
- il supporto istituzionale necessario per garantire il proseguimento e la qualità di un’esperienza complessa sul piano gestionale e organizzativo;
- il coinvolgimento di tutti gli attori che hanno un ruolo professionale nel promuovere la costruzione di una prospettiva educativa da 0 a 6 anni.
Gli aspetti di novità riguardano, in particolare, l’organizzazione e la metodologia di lavoro proposta ai partecipanti.
A seguito della proposta di formazione che Anna Bondioli e Donatella Savio hanno esplicitato durante il seminario di apertura dell’anno di formazione 2018/2019, hanno aderito al percorso 135 partecipanti tra educatori, insegnanti e coordinatori pedagogici operanti nei nidi pubblici e privati e nelle scuole dell’infanzia statali, ma anche del privato-convenzionato.
I corsisti sono stati suddivisi in 7 gruppi misti (insegnanti, educatori e coordinatori pedagogici) territoriali (Alassio[3], Diano Marina, Imperia con 2 gruppi, San Lorenzo al Mare, Sanremo e Ventimiglia). Ciascun gruppo è seguito da un tutor con il compito di promuovere e sostenere il confronto e la riflessione tra i partecipanti. La complessità, la numerosità dei gruppi presenti all’interno di un territorio esteso ha reso necessaria la costituzione di un gruppo di coordinamento[4] ‘centrale’ con il compito di riunire, periodicamente, i tutor con l’obiettivo di condividere la metodologia di lavoro, la modalità di conduzione del confronto in gruppo e monitorare l’andamento del percorso in modo da valutare, in itinere, eventuali modifiche da apportare.
Per quanto riguarda la scelta dei contenuti, la proposta è stata quella di affrontare i temi della relazione educativa, del gioco e delle attività di apprendimento. Sono stati scelti questi temi perché rappresentano alcune delle questioni caratteristiche dei percorsi educativi 0-6.
Per sollecitare la riflessione su ciascuna delle tematiche scelte sono stati utilizzati gli items dello strumento di valutazione e autovalutazione “Tra 0-6”[5] finalizzato alla rilevazione della prospettiva pedagogica 0-6.
Il primo incontro dei gruppi è stato condotto dal tutor assegnato e dalla scrivente per presentare lo strumento, esplicitare la modalità di lavoro, i passaggi e i tempi necessari per consentire l’elaborazione delle risposte date alle schede di ciascun item. A seguito di questo primo incontro, i corsisti, individualmente, hanno letto ciascun item e compilato una scheda indicando quali affermazioni – relative alla tematica affrontata – non ritenevano pertinente ai contesti educativi di riferimento rispetto alla propria idea di buon nido e di buona scuola dell’infanzia. Nell’incontro successivo, il tutor ha avuto il compito di restituire gli aspetti controversi[6] messi in evidenza dall’elaborazione delle risposte date dai partecipanti alle schede e di sostenere e promuovere il confronto di gruppo.
La presenza di un tutor impegnato a sostenere il confronto ha favorito l’esplicitazione della cultura pedagogica sottostante ed implicita rispetto all’idea di bambino, di relazione educativa, di cura e di apprendimento, di ruolo dell’adulto, di ambiente educativo e dei pregiudizi inconsapevoli o false credenze che ciascun servizio ha nei confronti dell’altro.
Alcune considerazioni
Il percorso che si sta realizzando nel territorio compreso tra la Provincia di Savona e quella di Imperia fino a Ventimiglia presenta elementi di complessità che rappresentano, però, anche il punto di forza di questa esperienza. In particolare, mi riferisco alla:
- pluralità di soggetti istituzionali che si sono costituiti in rete per garantire e sostenere, in questi anni, una formazione che accompagnasse quei cambiamenti che la recente normativa ha introdotto;
- provenienza diversificata del personale educativo (insegnanti di scuole dell’infanzia statali, private-paritarie, educatori di nido pubblico e di cooperative, coordinatori pedagogici);
- caratteristiche ed estensione del territorio nel quale si trovano i servizi educativi e le scuole dell’infanzia coinvolte.
A questi aspetti, occorre aggiungere un contesto normativo ‘locale’ ancora poco definito dal punto di vista delle azioni concrete finalizzate all’attuazione del Decreto Legislativo 13 aprile 2017, n. 65. Questa criticità, in altri casi, ha rappresentato un freno alla realizzazione di percorsi formativi orientati a costruire lo 0-6. Nel caso specifico, tuttavia, le istituzioni del territorio hanno utilizzato opportunità e strumenti normativi già presenti (finanziamenti ai Comuni, il Piano Annuale della Formazione e la costituzione delle reti di ambito) come risorse da investire sulla formazione professionale comune e condivisa tra il personale educativo che si occupa dello sviluppo e apprendimento del bambino nella fascia di età da 0 a 6 anni. L’esperienza che ne è scaturita, tutt’ora in atto, rappresenta una sfida complessa che i diversi soggetti istituzionali del territorio hanno scelto di raccogliere e sostenere con il supporto organizzativo e scientifico di Zeroseiup e dell’Università di Pavia. Questa rete, complessa da gestire, ha permesso il verificarsi di alcune situazioni nelle quali sono state riconsiderate le modalità organizzative e gestionali da parte di chi opera in contesti educativi diversi mettendo, così, in discussione i reciproci pregiudizi. La lettura dei verbali prodotti durante ogni incontro dei diversi gruppi e il confronto sistematico con i tutor mi consentono, infatti, di fare alcune prime considerazioni che ritengo importanti evidenziare.
In primo luogo, dal confronto nei gruppi sono emersi punti di vista che rispecchiano la storia e la cultura dei due servizi. In particolare, l’idea di una separazione tra la prospettiva pedagogica del nido, maggiormente orientata alla cura e alla relazione educativa e quella propria della scuola della scuola dell’infanzia più centrata sulla promozione della curiosità e dell’interesse verso i diversi ambiti del sapere. Da quanto sta emergendo nei diversi gruppi, sembra si stia rafforzando la prospettiva di un approccio olistico rispetto all’educazione del bambino da 0 a 6 anni che deve tenere in considerazione sia aspetti di trasversalità, sia elementi specifici dell’identità educativa dei diversi contesti e che occorre preservare.
In secondo luogo, la scuola dell’infanzia, inizialmente preoccupata per una possibile perdita di identità, imputata a una confusione di ruoli con il nido, inizia a guardare con interesse e curiosità verso questo contesto educativo che si occupa dei bambini più piccoli e dal quale pensa di poter mutuare spunti interessanti (accoglienza e cura, tempi e spazi, formazione e coordinamento pedagogico).
Questi risultati non erano per nulla scontati, ma rappresentano un primo elemento che testimonia l’efficacia e l’importanza del promuovere reti interistituzionali che coinvolgano più soggetti con competenze specifiche in ambito gestionale ed organizzativo per garantire una formazione di qualità, partecipata e condivisa.
Riferimenti bibliografici
Bondioli A., Savio D., Gobbetto B. (2017), Tra 0-6. Uno strumento per riflettere sul percorso educativo 0-6, Edizioni Zeroseiup, Bergamo.
Lazzari A., Vandenbroeck M. (2012). “Literature Review of the Participation of Disadvantaged Children and Families in ECEC Services in Europe”. In Bennett, J., Gordon, J. & Edelmann J. ECEC in promoting educational attainment including social development of children from disadvantaged backgrounds and in fostering social inclusion. European Commission: DG EAC
[1] Lazzari A. e Vandenbroeck M. 2012. Literature Review of the Participation of Disadvantaged Children and Families in ECEC Services in Europe. In Bennett, J., Gordon, J. & Edelmann J. (2012) ECEC in promoting educational attainment including social development of children from disadvantaged backgrounds and in fostering social inclusion. European Commission: DG EAC.
[2] L’organizzazione del percorso formativo, promosso dai Distretti di Imperia, Sanremo e Ventimiglia, Istituti Comprensivi in rete, è curata da Zeroseiup e la supervisione scientifica è garantita dall’Università di Pavia.
[3] Il gruppo di Alassio – in provincia di Savona – ha aderito all’esperienza a seguito della partecipazione al seminario “Lo 0-6. Questioni pedagogiche” organizzato all’Università di Pavia il 19 gennaio scorso.
[4] Il gruppo di coordinamento è costituito da Anna Bondioli, Donatella Savio, Elio Raviolo e Claudia Lichene.
[5] Lo strumento “Tra 0-6” è stato elaborato da Anna Bondioli, Donatella Savio e Barbara Gobbetto e pubblicato da Zeroseiup. Lo strumento è stato presentato ai partecipanti durante il seminario di apertura del percorso formativo.
[6] Le schede compilate vengono inviate a Barbara Gobbetto che elabora i dati evidenziando le affermazioni considerate non pertinenti per il nido/scuola dell’infanzia, il numero di educatori e insegnanti che le ha segnalate e le motivazioni a sostegno delle scelte fatte. Sulla base dei dati evidenziati, viene elaborato un documento nel quale vengono proposti come temi da approfondire soltanto quelli che sono risultati più controversi.