open group
Ripensare il tempo per Ridefinire un percorso educativo
Valeria Bonetti
Mettendosi nella prospettiva del bambino, ci accorgiamo rapidamente come l’attività del gioco “indisturbata” sia quella che, in assoluto, preferisce e nella quale si vuole più a lungo cimentare; dare rispetto al bambino significa dare uno spazio tempo che sia inclusivo, poiché il tempo è vissuto soggettivamente. Il flusso di gioco è per ogni bambino differente e individuale dunque assume il carattere di paradosso l’assoluto bisogno dell’adulto, portato dal proprio percorso educativo a volere mantenere la “dirigenza educativa”, di dettare tempi comuni a tutti andando ad interrompere un ritualità che non ha tempi.
In viaggio verso il LAVORO APERTO
Monica Saja
Quando nel giugno del 2015 il nostro gruppo educativo si è recato a Bologna per partecipare ad un seminario dal titolo “Open Group”, in cui si affrontava la tematica di un lavoro educativo rivolto a gruppi misti di bambini di età compresa tra 1 e 6 anni, abbiamo capito che qualcosa si stava muovendo.
Un’occasione unica e rara all’interno di un contesto che sembrava immobile: incontrare persone, servizi e formatori che potessero capirci ed offrirci un altro sguardo su ciò che facevamo già da alcuni anni, ovvero progettare e lavorare per/in un servizio educativo che accoglieva bambini da 0 a 6 anni. È in quell’occasione che abbiamo sentito parlare per la prima volta di Lavoro Aperto.
Lavoro aperto
In collaborazione con la rete NOA di Berlino
L’open group è più di un concetto pedagogico: è una prospettiva di cambiamento a partire dalla quotidianità dei nidi e delle scuole dell’infanzia, dove i bambini sono i veri protagonisti.
Una proposta indirizzata a coordinatrici/tori e responsabili di servizi zerosei con l’obiettivo principale di riflettere intorno ai valori del servizio per uniformare comportamenti e prassi per individuare e sviluppare spunti di riflessione originali e specifici per migliorare le performances professionali e creare un clima di reciproca attenzione e di propositività.
Se il lavoro aperto non è solo una questione di pranzo
Enea Nottoli
Aprire i propri servizi al Lavoro Aperto vuol dire aprire le proprie menti ad un modo nuovo di concepire il bambino, di vedere i suoi bisogni e le sue esigenze; vuol dire mettere realmente il bambino al centro di un progetto pedagogico, che preveda una serie di interventi mirati al benessere dello stesso e di coloro che gli ruotano intorno.
Uno degli elementi fondamentali su cui dobbiamo assolutamente riflettere è la contestualizzazione in cui andiamo ad operare, solo così facendo potremo individuare l’elemento o gli elementi da cui partire per la nostra “apertura”.
Un calendario per un anno ricco di occasioni – 2016/2017
Un calendario per un anno ricco di occasioni
Non vogliamo offrire proposte studiate a tavolino e prodotti preconfezionati. La nostra scelta è quella di mettere alla base di ogni progetto l’analisi dei bisogni del territorio e concordare con i responsabili e i fruitori della proposta, i contenuti, le caratteristiche del percorso, le metodologie
Autonomia e responsabilità
L’autodeterminazione dei bambini e il suo significato pedagogico
Gerlinde Lill e Roger Prott analizzano quanto potere decisionale gli adulti concedono ai bambini
“Non possono mica fare quello che gli pare…” Questa è la tipica reazione degli adulti quando si parla di concedere autonomia ai bambini. La qual cosa dipende, tra l’altro, dal fatto che non sono chiari né i contenuti, né gli obiettivi.