In merito alla chiusura dell’Asilo nido”Rubens Triva”nel novembre scorso avevo scritto al Garante per l’Infanzia dell’Emilia-Romagna, Luigi Fadiga, perché intervenisse sull’Amministrazione comunale di Modena che aveva intenzione di chiudere dal prossimo anno scolastico il primo Asilo nido d’Italia.
Il Garante si era prontamente attivato e, in data 19 novembre 2015, aveva chiesto quali interventi aveva posto in essere l’Amministrazione per rispondere alle esigenze delle famiglie dei minori della fascia 0-3. Il Sindaco del Comune di Modena aveva inviato, solo lo scorso 24 febbraio, una relazione al Garante per giustificare la chiusura del nido, impiegando più di tre mesi, quando la legge afferma che le pubbliche Amministrazione sono tenute a rispondere entro trenta giorni ai cittadini. Ma l’aspetto peggiore della risposta del Sindaco non era il ritardo ma il merito in essa contenuto. Il Sindaco Muzzarelli dice: “chiuderemo anche l’ultima sezione rimasta a fronte del calo delle nascite”.
Il Sindaco quindi pensa che la chiusura dei nidi favorisca l’aumento delle nascite?
Non gli passa neanche per l’anticamera del cervello che è la crisi economica che tiene lontane le famiglie dai nidi, visto le alte tariffe di questo servizio sociale ed educativo. Se l’Amministrazione aiutasse le famiglie in difficoltà con contributi economici, le donne modenesi non rinuncerebbero al lavoro per occuparsi a tempo pieno dei loro pargoli, come avevano dimostrato gli interventi della Giunta precedente coi contributi per asilo, scuola e casa, ai cittadini in cassa integrazione o che avevano perso il posto di lavoro. Infine annuncia “la riconversione della struttura da nido a polo dell’infanzia all’interno del quale troveranno collocazione numerosi servizi integrativi” non meglio definiti, ma che nella migliore delle ipotesi, saranno proprio servizi meno costosi, di cui è aumentata la richiesta solo perché le famiglie subiscono la crisi economica e non si possono più permettere le rette del nido.
L’ipocrisia del Sindaco Muzzarelli mi ha fatto riflettere sull’atteggiamento oggi prevalente tra gli adulti nei riguardi dell’infanzia e sono arrivato alla conclusione che non è l’unico essere ipocrita verso i bambini, purtroppo. In Italia, per mesi, la politica è andata avanti a discutere se un bambino possa vivere con due genitori dello stesso sesso, mentre le adozioni internazionali sono bloccate e quelle nazionali permettono alle opere religiose di prosperare e lucrare sui bambini in attesa. In questo contesto è chiaro che i sindaci chiudono i nidi ovviamente per il bene dei bambini!
Nel resto del mondo non va certo meglio, ma l’atteggiamento è sempre ipocrita come da noi.
L’UNICEF ci fa sapere che ci sono oggi 87 milioni di bambini che hanno vissuto tutta la vita in guerra, ma la politica non dice che siamo in guerra, ma che esistono genitori incoscienti che fanno fare ai loro figli viaggi incredibili per mare o per terra mettendo a rischio la loro vita non avendo provveduto a insegnare loro a nuotare.
La colonna sonora delle immagini della fuga dal luogo dell’attentato di Bruxelles è il pianto disperato del neonato che il padre ha preso in braccio in mezzo alla polvere e ai detriti. Al prossimo attentato le scuole saranno chiuse e i bambini rimandati sulle strade, per il loro bene naturalmente! Per questo quel bambino rifugiato si è affrettato a mostrare, da dietro il reticolato, il cartello con la scritta “Sorry for Bruxelles” per non essere accusato di mancanza di solidarietà o addirittura di connivenza con i terroristi.
Perché abbassare le rette dei nidi, tanto c’è il calo delle nascite?!