
Raffaele Mantegazza
La morte
Raffaele Mantegazza
“Raccontare la morte e raccontare la vita. Questo una società adulta dovrebbe fare con i bambini”, educare distaccandosi dall’idea che significhi presentare certezze assolute, rendendosi conto che “il bambino ha bisogno di certezza a proposito della presenza adulta più che degli oggetti che gli si presentano: certa deve essere la relazione, non necessariamente i suoi contenuti”.
Il dolore
Raffaele Mantegazza
Il dolore delle persone, dei bambini in particolare, è connotato dall’impossibilità di essere comunicato e non risponde ai criteri del pensiero logico; l’autore ci suggerisce di parlare del dolore con i bambini accogliendolo con l’ascolto, di intraprendere insieme a loro una ricerca di senso anche attraverso la sua narrazione.
I buchi neri dell’educazione
Intervista al prof. Raffaele Mantegazza a cura di Enrica Fontani
Affrontiamo, con le parole del prof. Mantegazza, alcuni temi “scomodi” che l’educazione è recalcitrante ad affrontare, ieri come oggi.
La nascita e l’origine
“L’educazione dei piccoli e dei piccolissimi salvi quel che di umano c’è nell’inizio. Ovvero il mistero e il senso dello stupore, la consapevolezza che c’è ancora qualcosa che si sottrae, anche di un soffio, alle rapaci mani dell’homo tecnologicus”. Di fronte ai grandi cambiamenti apportati al concepimento e alla nascita dai percorsi medicalmente assistiti, Raffaele Mantegazza affida alla pedagogia il compito di valorizzare il profondo contatto e la relazione insiti nel desiderio, nel concepimento e nella nascita di un bambino.
Cose da grandi?
I bambini e la nascita
La nascita è tipicamente una delle “cose da grandi”, argomenti che si reputano non adatti ai bambini, da accennare ai ragazzi e alle ragazze nei riti di passaggio. Per evitare che questi grandi temi, essenziali per la vita e la crescita delle persone, siano lasciati per sempre nell’ombra, l’autore propone uno svelarsi lento e graduale della verità e ci suggerisce come realizzarlo insieme al bambino.
Il sacro e la preghiera
Raffaele Mantegazza
L’autore sostiene che in ambito educativo sia necessario conoscere le manifestazioni dello spirito, una fra queste è la preghiera. La preghiera, che sia di lode o di dialogo, sfugge alle logiche dell’utilità e dell’economicità, equivale a dire un “ti amo”.
Sollecita, inoltre, la conoscenza, il confronto e il rispetto in chiave interculturale delle preghiere di diverse religioni.
Il sacro e l’arte
Raffaele mantegazza
Sottrarsi alla categoria dell’utile, attribuire valore ad oggetti apparentemente inutili e trasformarli, difendere spazi e temi diversi dalla quotidianità, sono forme attraverso le quali si esprimono il gioco e il rito e possono quasi sovrapporsi. Che la difesa del gioco e del sacro siano due volti del tentativo di difendere l’uomo?
Il sacro e il gioco
Raffaele Mantegazza
Tra il sacro e il gioco vi sono innumerevoli punti di contatto, al punto che le forme del gioco e le forme del rito possono quasi essere sovrapposte. È certo che alcune attività di gioco fossero in origine gesti sacri, riti o azioni dotati di senso in un orizzonte religioso. Forse è anche vero il contrario, ovvero che alcuni gesti rituali in origine fossero fini a se stessi, puro gioco, libera espressione della creatività.
Il sacro e il cibo
Mantegazza propone un rapporto dei bambini con il cibo autenticamente costruttivo e, per questo, profondamente educativo. Nel richiamare la sacralità del cibo, l’autore valorizza persone e riti ad esso connessi, la relazione con se stessi e con il prossimo; propone, inoltre, la realizzazione di un’autobiografia gustativa nella quale il cibo da protagonista diviene mediatore della narrazione e della relazione.
I corpi e il sacro: i riti educativi
Raffaele Mantegazza prosegue la ricerca delle similitudini tra le pratiche educative e la sacralità, accomunate dal non fare a meno del corpo, meglio ancora, dall’essere incarnate.
I bambini e il sacro – I tempi sacri
Prosegue il proficuo confronto tra le categorie del sacro e dell’educazione: Raffaele Mantegazzafa notare come stiamo rubando il tempo ai nostri bambini per soffermarsi poi sul tempo nei riti sacri e nell’azione educativa, la distinzione tra un prima e un dopo, la pausa, la chiusura …
I bambini e il sacro – Lo spazio del sacro
Raffaele Mantegazza, nel sottolineare il valore dell’educazione e dei suoi rituali, rileva la sacralità dello spazio educativo, nel quale valgono regole differenti da quelle esterne, suggerisce, in quest’ottica, spazi di soglia per il passaggio del bambino dai momenti della quotidianità alla scuola
I bambini e il sacro – Il senso del sacro
Raffaele Mantegazza ripercorre le categorie del Tremendum, del Fascinans e del Sanctum, delle quali, in genere, si occupano le religioni; propone la possibilità di impiegare tali categorie nello spazio educativo perché i bambini provino, sentano legittimate, condividano e razionalizzino paure ed emozioni profonde.
I bambini e il sacro – Il sacro e l’educazione
Come insegnerebbe a un bambino la felicità? Gli darei una palla e lo farei giocare Da una intervista a Dorothee Solle, teologa Potrebbe sembrare quasi una provocazione affrontare da…