Di grande rilievo sono anche le questioni che troviamo ancora aperte e con cui dovremo continuare a fare i conti.
In presenza della novità segnata dalle linee guida pedagogiche e dal dibattito che deve seguirne e che sta avvenendo nelle diverse sedi, possiamo appuntarci alcuni elementi di possibile impegno.
A livello normativo: forse è opportuno – diremmo necessario – intervenire per fare qualche passo avanti non solo per attuare, ma anche per aggiornare l’impianto del Decreto legislativo 65, nel quale sono presenti alcuni limiti che non consentono di sviluppare le potenzialità di integrazione che pur ci sono nello 0-6.
In particolare, ricordiamo i requisiti di formazione di educatori e insegnanti diversi tra loro e questo, oltre ad essere un problema in sé perché in molte situazioni rende difficile il reclutamento di personale educativo e penalizza molte giovani laureate, rende anche complicato lo sviluppo dei poli per l’infanzia e impossibile l’istituzione di sezioni primavera statali, che permetterebbero di utilizzare spazi e personale “liberato” dalla diminuzione della domanda di posti nelle scuole dell’infanzia e sarebbero un buon modo di eliminare gli anticipi e di sviluppare offerta con oneri di gestione a carico dello Stato.
Faremo i conti anche con i primi passi del PNRR in cui è prevista una quota 4,6 miliardi per asili nido e scuole dell’infanzia e servizi di educazione e cura per la prima infanzia. L’ottica dei finanziamenti sarà perdente se si concentrerà sulla costruzione di nuovi nidi perdendo di vista il problema dei costi di funzionamento che sono l’ostacolo più grave al mantenimento e lo sviluppo dei servizi. Infatti, non è possibile che i finanziamenti siano così fortemente diversi per il 3-6 (spesso tutti i costi coperti da parte pubblica) e per lo 0-3 (con le rette a carico delle famiglie e qualche modesta contribuzione non strutturale) e differenziati nelle responsabilità dello Stato, che si occupa sostanzialmente delle scuole dell’infanzia, e dei Comuni, che hanno sulle spalle i nidi.
In conclusione, condividiamo le parole di Aldo Fortunati: “L’educazione dei bambini non è solamente un loro diritto, è anche l’unico modo di guardare con fiducia e speranza al nostro futuro. Lavoriamoci insieme.”