Daria Rabbia
Patrizia Calabrese
Claudia Mandrile
Marzia Sica
Premessa
La Fondazione Compagnia di San Paolo ha partecipato nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile – nato da un’intesa tra Fondazioni di origine bancaria, rappresentate da Acri, Forum Nazionale del Terzo Settore e Governo – all’attivazione del Bando Prima Infanzia 0-6 anni dell’Impresa sociale “Con i bambini”. Emanato nel 2016, il bando ha lavorato per ampliare e potenziare i servizi di cura e educazione dei bambini nella fascia d’età 0-6 anni, con particolare attenzione alle situazioni di vulnerabilità, per migliorare la qualità, l’accesso, la fruibilità, l’integrazione e l’innovazione dei servizi esistenti e rafforzare l’acquisizione di competenze fondamentali per il benessere dei più piccoli e delle loro famiglie.
Nell’ambito della prima graduatoria (A) che ha coinvolto progettualità localizzate nei territori di un’unica regione, dodici progetti assegnatari di contributo sono stati presentati da organismi piemontesi e liguri.
La presenza di queste progettualità ha suscitato notevole interesse nella Fondazione, anche per intercettare temi e attenzioni da anni al centro di azioni e interventi sul territorio. La Fondazione – forte anche dell’esperienza del Programma ZeroSei – si è, quindi, attivata per conoscere queste nuove esperienze, sostenerle nello sviluppo qualitativo e agire affinché potessero costituire lo stimolo più ampio di sviluppo e potenziamento del sistema 0/6 nei territori di intervento ritenuti prioritari dalla Fondazione, in particolare Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta. Tale azione e gli esiti della medesima trovano piena coerenza rispetto a quanto definito dal Decreto 65/2017 in materia di Sistema integrato zerosei e alle Linee pedagogiche per il Sistema integrato zerosei, alle Indicazioni Nazionali per il curricolo per la Scuola dell’infanzia, agli Orientamenti Nazionali per i servizi educativi per l’infanzia. Inoltre, si inseriscono a pieno titolo nell’alveo delle azioni di sistema messe a punto dal Ministero dell’Istruzione e dal Fondo per il contrasto alla povertà educativa minorile tese a sostenere il contrasto della povertà educativa minorile con interventi precoci e mirati a promuovere la crescita e il benessere dei bambini e delle bambine da 0 a 6 anni.
Il percorso di accompagnamento
La Fondazione ha proposto alle organizzazioni un percorso di lavoro che si è sviluppato dal 2019 al 2022, finalizzato a sostenere la crescita delle esperienze progettuali attivate grazie al Bando, in particolare sotto il profilo dell’appropriatezza scientifica e metodologica. Si è ritenuto opportuno promuovere la possibilità di approfondire tre aree tematiche:
1 gli impianti scientifici e metodologici dei progetti;
2 le esperienze di empowerment dei genitori;
3 l’integrazione tra realtà sociali del territorio (pubbliche e private).
Sono 35 le persone coinvolte continuativamente in questo processo; che hanno rappresentato 24 enti e soggetti diversi, attivi nei progetti finanziati con ruoli di capofila o partner. [1]
Il percorso di accompagnamento si è sviluppato con incontri di scambio, confronto e approfondimento tra i dodici soggetti partecipanti per la Graduatoria A (regionale) e due incontri di scambio tra questi e i sette progetti della Graduatoria B (nazionale) finanziati da Con i Bambini e che hanno previsto interventi nelle regioni di Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta.
L’esperienza ha favorito il confronto, la condivisione e lo scambio di conoscenze e competenze, in un’ottica inclusiva. Si è trattato di un percorso di apprendimento cooperativo in quanto tutti i partecipanti al percorso hanno vissuto concretamente un’esperienza di collaborazione che ha permesso loro di comprendere qualcosa di più sé stessi e dei propri progetti e non solo di conoscere altri operatori e altre esperienze.
Raccomandazioni per azioni sulla prima infanzia: la struttura e i contenuti
Il percorso si è concluso con l’elaborazione di un documento, frutto di un processo di scrittura collettiva: una raccolta di 19 raccomandazioni per l’agire progettuale nell’ambito dei servizi e dei progetti rivolti ai bambini nella fascia d’età 0-6 anni e alle loro famiglie. Le raccomandazioni proposte sono suggestioni di natura metodologica e tecnica, desunte da saperi professionali ed esperienziali condivisi.
Le raccomandazioni sono state formulate pensando a una comunità di pratiche ampia e articolata che include coordinatori di servizi e progetti (anche della pubblica amministrazione), operatori dei servizi per la prima infanzia, nonché responsabili e operatori di associazioni, organizzazioni e/o gruppi interessati allo sviluppo di una cultura dell’infanzia e di azioni a sostegno della genitorialità.
Il documento è una bussola che intende sostenere decisori e operatori ad orientarsi nella navigazione di “viaggi” progettuali con una sostanziale attenzione ai processi. Nel documento sono approfonditi aspetti di natura metodologica ed elementi attinenti al processo progettuale organizzati nei 4 “punti cardinali” della progettazione di interventi rivolti ai bambini nella fascia d’età 0-6 anni e alle loro famiglie:
- Est: Investire in empowerment e partecipazione;
- Sud: Prendersi cura di chi si prende cura;
- Ovest: Presidiare la realizzazione, i risultati e lo sviluppo;
- Nord: Dare valore all’investimento educativo con bambini 0/6 e famiglie.
Considerare il primo tema ha costretto a rimettere a fuoco gli esiti degli studi, delle ricerche e delle esperienze che hanno caratterizzato l’evoluzione del sistema educativo nelle ultime decadi. Tutto ciò costituisce la base da cui si è partiti nelle progettazioni e da cui si è sviluppato il percorso di elaborazione delle raccomandazioni. Esse sono il frutto di un lavoro che ha coinvolto innumerevoli persone di organizzazioni di vario genere, che – come comunità sociale – possono affiancare/integrare il ruolo delle famiglie nel sostenere la crescita dei bambini nella primissima infanzia.
Affrontare il secondo tema ha permesso di portare ad emersione ciò che spesso è poco visibile nel lavoro degli educatori: il lavoro quotidiano si snoda secondo una trama costante e continua che vede gli operatori, e più complessivamente le loro organizzazioni, impegnate in un grande processo di cura. Per far sì che questo accada con efficacia e continuità, occorre mettere in moto azioni di cura di chi si prende cura di bambini e famiglie.
Chiarito cosa ispira scientificamente e culturalmente il lavoro nell’area della prima infanzia e cosa lo caratterizza costantemente, lavorare sul terzo tema ha obbligato i partecipanti a porsi interrogativi intorno a quali dimensioni e contenuti sono oggetto di attenzione nell’esercizio quotidiano del lavoro.
Infine, tutto ciò ha permesso di completare la riflessione affrontando la domanda sul senso dell’agire educativo: perché tutto questo lavoro, in funzione di quali prospettive?
Nel documento una parte di spazio è stato dedicato alle esperienze: in appositi spazi di approfondimento i partecipanti al percorso hanno voluto descrivere sinteticamente specifiche esperienze, connesse ai temi e realizzate nei progetti.
Ogni raccomandazione potrà essere una feconda occasione per gli operatori e le organizzazioni che vorranno leggerle e utilizzarle, per riflettere sulle proprie esperienze progettuali. Con la diffusione di questo documento Fondazione di Compagnia San Paolo intende dare il via a un percorso di sensibilizzazione e di consolidamento della cultura sulla prima infanzia, in continuità con il percorso avviato coinvolgendo altre realtà, pubbliche e private, in confronti, scambi, approfondimenti per proseguire nell’impegno di sostenere lo sviluppo qualitativo e il potenziamento del sistema 0/6 non solo in Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta e affrontare in modo efficace le nuove sfide sociali e culturali che il sistema 0/6 sta vivendo.
Le raccomandazioni in sintesi
Area: Investire in empowerment e partecipazione
Una delle maggiori difficoltà per chi si occupa di interventi rivolti alle famiglie è vedere i genitori passare dalla posizione di chi usufruisce dei servizi e delle attività a quella di chi contribuisce allo sviluppo delle proposte. È in gioco la capacità degli operatori di rendere i genitori protagonisti dell’esperienza che vivono con i propri figli assumendo, in modo diretto, alcune responsabilità. L’efficacia dei percorsi proposti alle famiglie non può prescindere dagli operatori impegnati nel processo, in quanto interlocutori privilegiati dei genitori: solo offrendo agli operatori l’opportunità di sviluppare progressivamente le proprie competenze e il proprio senso di auto-efficacia verrà data loro la possibilità di promuovere tale sviluppo anche tra i beneficiari dei progetti in cui sono impegnati. I genitori possono diventare una preziosa risorsa nel definire il senso del servizio o del progetto, nell’individuare la traiettoria e la rotta da percorrere.
R 1 | Promuovere e valorizzare una partecipazione vera
Promuovere e accompagnare processi di effettiva partecipazione, favorendo l’empowerment delle famiglie destinatarie dei servizi e, in particolare, di quelle che non hanno voce né strumenti per prendere parola.
R 2 | Conoscere per rendere
accessibili i servizi
Prevedere il coinvolgimento diretto delle famiglie per conoscere le loro caratteristiche e analizzare i bisogni del territorio di intervento, attivando al contempo un confronto con la rete dei servizi già attivi
R 3 | Coinvolgere per condividere e rendere protagonisti
Riconoscere, valorizzare e attivare le risorse genitoriali seguendo una modalità di lavoro partecipativa, con un’attenzione particolare alle famiglie con fragilità educative, economiche e sociali
Area: Prendersi cura di chi si prende cura
L’attuazione dei progetti educativi è spesso caratterizzata dalla mancanza di tempo dedicato a momenti di riflessione interna. La progettazione, la realizzazione, la burocrazia, la rendicontazione e la comunicazione richiedono molto tempo e spesso prendono il sopravvento sugli aspetti più prettamente pedagogici e di analisi dei processi in atto o di supervisione. Il rischio che si corre è di dare vita a processi di progressiva distanziazione emotiva e culturale degli operatori e delle organizzazioni dal progetto e dall’intervento, con la possibilità che insorgano comportamenti segno di disagio personale e professionale piuttosto che di benessere. In molti progetti rivolti alle famiglie si sostiene che se i genitori apprenderanno pratiche e comportamenti per il proprio benessere potranno trasferirli ai figli; allo stesso modo, si può affermare che il benessere degli operatori può riflettersi anche sui genitori e sui bambini di cui si occupano.
R 4 | Promuovere la riflessività
Darsi tempo e spazi per riflettere sulle esperienze personali e su quelle dei gruppi di lavoro è un investimento. Più si attiva una prospettiva autoriflessiva maggiori saranno le possibilità di apprendere dall’esperienza e produrre cambiamento sociale.
R 5 | Riflettere per apprendere insieme
Strutturare una metodologia di lavoro capace di favorire continuo apprendimento, aggiornamento e riflessione sui presupposti teorici e le strategie d’intervento
R 6 | Prendersi cura per tutelare il benessere
È necessario che sia presente uno sguardo esterno alla situazione in una logica multiprofessionale
Area: Presidiare la realizzazione, i risultati e lo sviluppo
Nella progettazione e realizzazione di progetti, interventi e servizi per i genitori e per i bambini nella fascia 0/6 sono sempre presenti il rischio di pensare che genitori e i bambini siano sostanzialmente tutti uguali per problematiche ed esigenze e che tutto sia prevedibile e che il progetto possa essere definito in ogni dettaglio nelle sue fasi preliminari senza necessità di introdurre modifiche nel corso del tempo.
L’approccio orientato all’empowerment richiede la definizione di interventi unici per ogni soggetto con cui si interviene: azioni di sostegno non generiche, ma dedicate e costruite per i destinatari specifici, cui andranno prestate cure e attenzioni specifiche. L’approccio progettuale più coerente proposto pare essere quello che definisce la progettazione come un percorso in itinere, nel quale si sviluppino processi circolari di progettazione, valutazione e riprogettazione degli interventi.
R 7 | Avviare i progetti
Coinvolgere nell’avvio del progetto le famiglie e i diversi partner e soggetti del territorio attraverso incontri e strumenti adeguati di comunicazione e formazione.
R 8 | Valutare i rischi
Analizzare e prevedere i rischi connessi allo sviluppo del progetto e degli interventi permette di avviare l’azione con uno sguardo attento e capace di comprendere la complessità del lavoro con famiglie e bambini.
R 9 | Definire strategie
Prevedere un metodo che analizzi costantemente lo stato o la presenza di tutti gli elementi in gioco tra famiglie, servizi, progetti e operatori.
R 10 | Relazionarsi e creare un’intelaiatura di fiducia
Proporre occasioni di incontro e confronto in un clima di fiducia e accoglienza, creando condizioni relazionali che sappiano dare valore e consapevolezza alle risorse già presenti e favorire l’attuazione di quelle potenziali.
R 11 | Adottare modelli di governance inclusivi
Occorre adottare un modello di governance allargata che veda l’ente locale in un ruolo di coordinamento dei soggetti coinvolti per sviluppare approcci alternativi ai sistemi tradizionali e rendere fattivi interventi puntuali
R 12 | Garantire uniformità degli strumenti
Imparare a leggere le informazioni e le esperienze con “gli occhi dell’altro”, in modo da aprire un confronto in un dialogo costruttivo.
R 13 | Concludere i progetti
Curare valutazioni e bilanci sia per dare valore a quanto di buono è stato fatto sia per promuovere rilanci, legittimare nuovi desideri e individuare nuovi obiettivi.
R 14 | Valutare i risultati
Individuare seri e misurabili indicatori di esito, di processo e di valutazione di impatto in termini di efficienza e di efficacia delle azioni, ma anche – considerando il campo assai mobile della dimensione educativa – di capacità di sintonizzazione dell’azione sui bisogni emergenti.
R 15 | Promuovere la disseminazione della cultura delle buone pratiche
Occorre operare per rendere trasferibili e replicabili modelli di intervento in contesti territoriali diversi.
Area: Dare valore all’agire educativo con bambini (0/6) e famiglie
Anche se il tempo che i bambini e genitori trascorrono nei servizi educativi può apparire breve occorre sempre ricordare che si tratta di un tempo non neutro, ma un tempo di cura educativa, dei bambini e dei genitori come ricordato nelle raccomandazioni precedenti. La conseguenza è che uno dei principali problemi cui occorre far fronte è che si tratta di processi lunghi e complessi, sovente di tipo pluriennale e articolato per passaggi e fasi. Diventa essenziale e fondamentale la capacità di tenuta nel tempo del percorso progettuale, che potrebbe tendere, invece, a sfilacciarsi. A volte, nello sviluppo dei progetti rivolti a famiglie e bambini appartenenti alla fascia 0/6, intervengono altri aspetti che determinano arresti, blocchi, sospensioni o comunque momenti di forte criticità. Si tratta di questioni che non hanno una soluzione pronta e che comportano una continua azione di ridefinizione nel tempo del progetto da parte della partnership promotrice, a garanzia della tenuta dello stesso gruppo e del programma operativo.
R 16 | Investire risorse con continuità
Assicurare la presenza e la competenza degli operatori con un bacino aperto di risorse economiche favorisce il processo di cura delle relazioni con le famiglie, anche nell’ottica di un loro coinvolgimento generativo.
R 17 | Dare continuità agli interventi nel tempo
Garantire una serie di vantaggi ai beneficiari finali, ai territori e agli staff coinvolti è una condizione che permette lo sviluppo dei progetti nel tempo. Tra i vantaggi attesi: la crescita del capitale sociale e umano, l’aumento delle opportunità sociali ed educative, il miglioramento delle condizioni di vita dei cittadini, ecc.
R 18 | Garantire la tenuta nel tempo.
Costruire condizioni di continuità nel tempo e di attribuzione di significati tra gli attori coinvolti nella gestione del progetto significa dotarsi di spazi e momenti di incontro e confronto, come luoghi di apprendimento condiviso e di formazione continua.
R 19 | Imparare a comunicare il progetto
Comunicare il senso del progetto – soprattutto quando l’obiettivo un cambio di prospettiva – richiede l’impegno a non concentrare l’attenzione sul servizio o sui dati e a non strumentalizzare le famiglie e i bambini. È raccomandato l’utilizzo di strumenti di comunicazione che prevedano e consentano un ruolo attivo ai diversi soggetti che partecipano al progetto.
La diffusione delle Raccomandazioni nella prospettiva della promozione e della diffusione
Il lavoro promozionale avviato da Fondazione Compagnia di San Paolo è proseguito anche nel 2022 e sta proseguendo ancora nel 2023 per portare a valore quanto sperimentato e prodotto nel corso del progetto.
In particolare, la Fondazione nel 2022 ha lanciato una Call for ideas per dare diffusione agli apprendimenti e per generare ulteriori opportunità di confronto tra comunità di pratiche attraverso piani di sensibilizzazione multicanale.
Hanno partecipato e aderito alla Call undici delle dodici progettualità coinvolte nel processo di scambio ed elaborazione delle raccomandazioni che si sono impegnate, ciascuna nel proprio territorio e con le modalità più differenti, a condividere nel comparto 0/6 (amministrazioni, enti di terzo e quarto settore, operatori, ecc.) il documento e attivare, a partire da esso, percorsi formativi, incontri di scambio e confronto, processi di elaborazione territoriale,
Tutti i progetti di diffusione sono monitorati costantemente e sono tutti in fase esecutiva con termine, indicativamente orientato verso l’estate 2023.
Contemporaneamente allo sviluppo delle iniziative locali, la Fondazione ha inteso intraprendere e percorrere altre due itinerari di diffusione delle Raccomandazioni, uno con Facoltà universitarie e uno con le riviste di settore.
Per quanto concerne le Università si è scelto di contattare tutte le Università (Facoltà di Scienze dell’Educazione) con gli istituendi corsi per educatori specializzati nella prima infanzia. Molte hanno aderito alla richiesta di mettere a disposizione di studenti e docenti il documento e con qualcuno sono in corso contatti per realizzare nel corso del secondo semestre incontri di presentazione e di attivazione di uno scambio locale sui temi dello zerosei, della formazione e dei servizi.
Per quanto concerne le riviste di settore (e le piattaforme internet) focalizzate sullo zerosei il contatto è stato orientato a comunicare nelle riviste l’esistenza del documento e, con quelle maggiormente interessate, anche a definire la preparazione di articoli o incontri.
A fine 2023 sarà possibile raccogliere elementi derivanti dagli incontri e dalle varie iniziative realizzate su scala nazionale o locale per aggiornare e integrare le raccomandazioni.
Per prendere visione del testo integrale: Accompagnamento ZeroSei – Orientamenti per azioni sulla prima infanzia
[1] Hanno partecipato al percorso e all’elaborazione del documenti i progetti: Alleanze educative del Comune di Alessandria, Cipì: Canavese insieme per l’infanzia del Consorzio Copernico (To), Io sto bene qui…in montagna del Comune di Torre Pellice (To), La barchetta rossa e la zebra della Cooperativa Il cerchio delle relazioni (Ge), La scuola una piazza della città del Comune di Genova, Opportunità educative per una città più equa del Comune di Torino, Pollicino, briciole per il futuro della Cooperativa Il sentiero di Arianna (Ge), Porte aperte del Comune di Novara, Sulla buona strada dell’Associazione Circolo Vega (Ge), Thub06 della Cooperativa Liberitutti (To), Xming: per mettersi in gioco della Cooperativa San Donato (To). Il percorso di lavoro è stato coordinato da Compagnia San Paolo attraverso l’apporto di Claudia Mandrile e Patrizia Calabrese con la collaborazione consulenziale di Daria Rabbia e Roberto Maurizio e con la supervisione di Marzia Sica. La progettazione del percorso è stata sviluppata in collaborazione con Impresa sociale Con i Bambini, in particolare con Simona Rotondi, Alessandro Martina, Maria Teresa Serranò.