Associazione Amici dei Boschi – Pavia
Nell’Ottobre 1998, durante il 29° Congresso Internazionale dei Ludobus a Flensburg (Germania), abbiamo incontrato per la prima volta la scuola nel bosco.
E’ stato un incontro casuale, un vero colpo di fulmine. Nonostante lavorassimo in un bosco, l’impatto con un approccio così diverso e “totale” ci ha fatto riflettere sulle nostre consuete pratiche per avvicinare i bambini, in particolare i più piccoli, alla natura. L’idea portante e affascinante è quella del “bosco come scuola”, i bambini si trovano a trascorrere a contatto con la natura il tempo che normalmente passano all’interno della struttura scolastica. Nella pratica del waldkindergarten è ribaltata l’ottica dentro/fuori, rispetto alla scuola d’infanzia tradizionale: si sta dentro (a una struttura, a un vagone del treno posizionato nel bosco, una tettoia) quando le condizioni atmosferiche non permettono di stare all’aperto.
Il bosco diventa scuola, fornisce materiale di gioco e di riflessione pedagogica; i bambini vivono in questo modo i tempi della natura, e del bosco in particolare, in ogni stagione.
Abbiamo cercato di importare il modello nordeuropeo, adattandolo alle nostre scuole d’Infanzia, proponendo uscite in natura con cadenza regolare.
In questi anni, il progetto A scuola nel Bosco a Pavia si è radicato nel territorio, essendo stato realizzato nella gran parte delle scuole d’Infanzia presenti in città, dalla prima sperimentazione nell’anno scolastico 1999/2000.
Questi in sintesi i principi della Scuola nel Bosco che abbiamo cercato di attuare con il nostro progetto:
- Attivare la motricità attraverso naturali, varie e piacevoli possibilità di movimento
- Vivere il ritmo delle stagioni e i fenomeni naturali
- Rafforzamento dell’autostima
- Incoraggiare l’apprendimento totale con i sensi, con il corpo e coinvolgendo tutti i livelli di percezione
- Conoscere le piante e gli animali nel loro originario spazio vitale
- Conoscere e apprendere i limiti della propria corporeità
- Sperimentare il silenzio e sensibilizzare al valore della parola pronunciata
- Sensibilizzare i bambini ai legami ecologici e alle connessioni reciproche
- Stimolare all’iniziativa, alla curiosità, all’autonomia
- Sviluppare creatività e fantasia
Il progetto pilota è stato effettuato con la Scuola d’Infanzia Simonetta: in questo caso siamo uscite tutti i giorni per una settimana nelle due stagioni più “morbide” l’autunno e la primavera, nel vicino Parco della Vernavola, il più grande parco urbano di Pavia. Questa esperienza ha prodotto un video e una riflessione scritta. Nell’anno scolastico successivo l’esperienza si è ripetuta con un’altra scuola, con un’uscita a settimana, per cinque settimane, sempre in autunno e primavera, nello stesso parco cittadino.
Nel 2008 è iniziata una nuova esperienza di più ampio respiro, quattro scuole comunali hanno partecipato al progetto biennale finanziato da Fondazione Cariplo e cofinanziato dal Comune di Pavia “A Scuola nel Bosco”. Per dieci mesi, ogni quindici giorni, i gruppi-classe dei bambini di 4 e 5 anni sono usciti in un luogo vicino alla loro scuola, facendolo loro e imparando a viverlo in qualsiasi stagione. I luoghi diversi tra loro, ma tutti molto interessanti per le uscite sono stati: una spiaggia (sul fiume, un boschetto, una lanca e un orto-giardino abbandonato. Nei diversi contesti i bambini hanno potuto giocare con l’acqua, coltivare, esplorare, organizzare, costruire, osservare, chiedere, stare un po’ da soli, correre, riposarsi.
Il progetto prevedeva l’acquisto per ogni scuola di un numero adeguato di pantaloni da fango, per permettere ai bambini di giocare con la terra, la sabbia e il fango senza problemi di sporco e di bagnato. Strumenti come seghetti e pelapatate, per sperimentare la propria manualità con attrezzi da maneggiare con la massima attenzione; teli impermeabili per sedersi e per ripararsi dalla pioggia; corde per giocare tra gli alberi o per inventare nuovi usi; grandi thermos per la merenda con il tè caldo. Tra gli acquisti anche cassette nido e attrezzi per l’orto, semi, bulbi e infine il carretto per trasportare tutto ciò che occorre per l’uscita. (foto 12)
Il progetto ha avuto molti consensi e qualche perplessità e, almeno con due scuole, è stato raggiunto pienamente l’obiettivo dell’adozione del modello e la prosecuzione regolare delle uscite nel tempo.
Il progetto, continuato negli anni successivi (fino all’anno scorso e da poco ripreso) grazie al contributo della Fondazione Banca del Monte di Lombardia, è stato realizzato in altre due scuole. Nel primo caso, con la scuola Vaccari, le uscite sono state fatte nel Parco della Sora, anche con il gruppo dei più piccoli, un bel Parco che costeggia il Fiume sulla riva sinistra ad ovest della città, nel secondo, con la scuola Otto Marzo alternativamente nel Parco del Gioco Ritrovato e, di nuovo, al Parco della Vernavola.
La varietà dei luoghi urbani e periurbani visitati con i bambini ci confermano che non è necessario avere un vero e proprio bosco (anche se rimane forse il luogo dove meglio si realizzano tutti i principi della scuola boschiva, appunto) per realizzare delle uscite: anche in città molto vicino a noi ci sono angoli di natura, magari non “selvaggia”, dove potersi muovere, giocare, stendersi a guardare le nuvole, osservare insetti e sassi, le fioriture o la neve.
Adesso, ridotti i finanziamenti della Fondazione al minimo (solo per l’acquisto dei materiali) e con un piccolo contributo del Comune, proseguiamo con una “ripresa” e aggiornamento con tre scuole che si sono dimostrate più attive e interessate a questo progetto.
Tutti questi progetti hanno avuto e hanno l’obiettivo di proseguire nella divulgazione, teorica e pratica, di questo modello di scuola d’infanzia, che negli ultimi anni sta letteralmente esplodendo anche da noi, e di continuare l’elaborazione, insieme a insegnanti, genitori e bambini, di un modello che possa coniugarne i principi fondanti con la nostra realtà. Nella nostra esperienza, le uscite ogni 15 giorni, la relativa durata delle stesse, il non essere rigidi nel voler uscire a qualunque costo anche con tempi impossibili, la flessibilità, hanno facilitato sicuramente la vita del progetto. A questo scopo è stata di fondamentale importanza la condivisione, attraverso la formazione e il coinvolgimento delle insegnanti e dei genitori di modalità e di regole. I bambini hanno spesso portato i genitori a vedere il loro bosco o la loro capanna, creando così un legame ai luoghi al di là della frequentazione scolastica. Le feste e i pic-nic, sono state un’ulteriore occasione di coinvolgimento dei genitori, che in un caso felice hanno realizzato una vera e propria fiaba itinerante sotto i magici fiocchi della prima neve.
Un risultato molto positivo della diffusione del progetto è che alcuni genitori iscrivono i propri figli proprio in quelle scuole che presentano nel loro Piano di Offerta Formativa la Scuola nel Bosco, segno che il bisogno di natura nell’educazione dei nostri bambini comincia a rientrare (almeno in una piccola avanguardia) nei requisiti di una buona scuola.
Negli incontri di formazione gli insegnanti acquisiscono nuove conoscenze, strumenti e stimoli per riflettere su come realizzare le uscite con i bambini, su come coinvolgere i genitori e valutare il lavoro svolto. Vengono presentati i materiali necessari, gli strumenti e il loro utilizzo per la realizzazione di una scuola boschiva. Soprattutto si insiste sul ruolo dell’educatore in un contesto di educazione all’aperto, che promuove l’autoapprendimento, dove l’adulto funzione da “aiutante” nella scoperta del mondo e di sé stessi. Viene infine individuata un’area verde, adiacente alla scuola, dove si svolgeranno le uscite con i bambini. Ne sarà verificata la sicurezza, le possibilità e le caratteristiche.
La scuola nel bosco può essere declinata più con intenti “ecologisti”, di educazione ambientale come nei nostri progetti, oppure più sul versante del benessere che ne traggono i bambini, come le esperienze di Asili nel bosco nate sotto l’impulso di genitori e educatori attenti.
I due poli sono la natura e i bambini e sono indissolubili: anche nel progetto più “naturalistico” i bambini avranno la possibilità di sperimentarsi in spazi non ordinari, cangianti con il tempo e con le stagioni, di muoversi su terreni non così prevedibili, come il salone della scuola, di giocare con materiali inusuali; nei progetti con al centro il bambino e le sue richieste di “diritti naturali”, di attenzione alle emozioni, le domande e la curiosità rispetto all’ambiente saranno il seme per un adulto attento all’ambiente.
Nel nostro caso, lo scopo è fare delle “uscite” in ambiente naturale, non più un evento sporadico, la gita dell’anno, ma una prassi che entri nella quotidianità scolastica e di vita per permettere agli adulti di domani di avere cura di ciò che ci circonda in modo sentito e profondo; e per permettere ai bambini di oggi di giocare, muoversi, non fare nulla, in un ambiente ricco di stimoli di ogni tipo.
La particolarità e l’importanza del nostro progetto consiste proprio nel fatto che, per la prima volta, il modello di scuola boschiva è stato attuato in scuole pubbliche, dando così la possibilità a tutti i bambini di poter vivere la natura e le stagioni nella loro bellezza, durezza, cambiamento… Non solo i bambini fortunati che hanno genitori che li portano a fare esperienze all’aperto, anche solo al parco gioco vicino a casa, piuttosto che lasciarli per ore davanti alla televisione o in preda allo smartphone, già all’età di 4 o 5 anni. Ma questo richiede impegno e tempo da parte di tutti gli attori dell’educazione, per ridare ai nostri bambini i “diritti naturali” loro negati.
Buon giorno vorrei info, per mia figlia di 8 anni, vorremmo farle fare la scuola nel bosco, al fine di poterla aiutare nell’attenzione ed altro….