Isabelle Facoltoso
Marion Bouteiller
– C’è Bob Marley!
– Io non lo vedo…
– Ma sì, i colori!
Il museo riguarda tutti, dev’essere accessibile fin dalla primissima infanzia. L’idea non è quella di incrementare le competenze o gli apprendimenti, ma di incoraggiare un approccio sensibile, di declinare i campi dell’emozione, delle sensazioni, delle scoperte, dell’immaginario.
Offrire una passeggiata immersa nei colori e nella fantasticheria
Grazie a una logica di partnership tra il gruppo dei mediatori del museo Fabre e gli attori del territorio si è avviata la co-costruzione di dispositivi adatti al pubblico dei più piccoli (2-5 anni). Ogni anno vengono accolti quasi mille bambini di età inferiore ai 3 anni, accompagnati dalle famiglie o da educatori e educatrici della prima infanzia.
Due mondi che si incontrano
Nei primi anni 2000, una di noi, educatrice per la prima infanzia presso il servizio nidi famiglia del Comune di Montpellier, ha incominciato ad accompagnare operatrici di nidi famiglia, bambini e genitori nelle mediateche. Poi si presenta in questo museo riaperto nel 2007 – un “libro a cielo aperto”, dipinti che raccontano storie, colori, sculture – e incontra i mediatori.
Cosa fare coi più piccoli in un museo? Passeggiare, esplorare, condividere emozioni, sensibile, bellezza, raccontare, aprirsi al mondo, all’altro… Ci confrontiamo sulle nostre pratiche. Le mediatrici verranno a trascorrere una giornata in un nido, faranno conoscenza con educatori ed educatrici e acquisteranno familiarità con il mondo dei più piccoli.
Dopo alcuni esperimenti con i bambini al museo, ci siamo dedicate a costruire, insieme ad un’altra educatrice della Direzione dell’infanzia e a una stagista dell’Istituto regionale del lavoro sociale, delle visite misurate sui bisogni e sugli interessi dei più piccoli, che consentano ad educatori ed educatrici di nidi e nidi famiglia di condurli in visita al museo in totale autonomia.
Dal 2014 questa collaborazione tra il museo e la Direzione dell’infanzia è ufficializzata da una convenzione.
Esperienze culturali e artistiche al museo e nelle Case per Tutti [1]
I percorsi
Grazie a un lavoro collettivo sono stati elaborati cinque percorsi tematici e sono state predisposte valigette sensoriali proposte in prestito. Ogni educatore e educatrice può condurre liberamente la propria visita seguendo i ritmi del gruppo e dei bambini, col supporto dei libretti di accompagnamento forniti. Un’esplorazione sensibile e attiva delle opere d’arte. Tra i percorsi, “Alla scoperta del museo” o “Chi ha paura del buio?”, cui si aggiungono percorsi legati alle mostre permanenti, anch’essi declinati anche per le famiglie.
I laboratori
I laboratori combinano danza, musica o lettura con le opere d’arte.
Insieme al ballerino-coreografo François Rascalou (compagnia Action Espace), danziamo davanti alla Piccola italiana cantante di strada di Bazille. “Piange perché ha perso la mamma”: con queste parole una bambina inaugura la discussione con la mediatrice, che da allora si siede insieme al pubblico per guardare l’opera insieme e facilitare un dialogo più spontaneo.
Anche la mediateca Emile Zola partecipa al progetto: davanti a L’incontro di Courbet, “un papavero!”, esclama un bambino. Il cane di Bruyas farà da tramite verso la storia Cane blu di Nadja, letta dal bibliotecario.
Insieme sul palco
Questa mediazione multi-sensoriale consente oggi al museo di uscire dalle proprie mura, in particolare con esperienze sensibili nelle Case per Tutti: dal 2010, la Direzione per l’infanzia promuove e organizza “Insieme sul palco”: ogni tre mesi, educatrici, bambini, genitori e artisti (ballerini, musicisti), mediatrici (museo Fabre, La panacée/Moco e mediateche) si ritrovano per danzare, leggere, ascoltare musica, disegnare, interagire con un quadro.
Formazioni
Il gruppo delle mediatrici propone ogni anno ad educatori e educatrici della prima infanzia delle formazioni che mirano a rispondere alle loro varie aspettative: “Alla scoperta del museo” consente, in una mezza giornata, di acquistare familiarità col luogo; “Guidare i bambini al museo” sensibilizza alla pratica ella mediazione (come interessare i bambini, come parlare di un’opera, come collocarsi di fronte ai dipinti…); la formazione “avanzata” offre un affiancamento nella creazione di nuovi percorsi.
Ad oggi, quasi 300 operatrici hanno partecipato a queste giornate, a volte trascinandovi addette alla biancheria o cuochi, curiosi di conoscere il museo di cui tanto sentono parlare dai bambini.
Ricche esperienze
Grazie a questo insieme di proposte, cui partecipa una cinquantina di strutture del territorio di Montpellier (nidi, reti di nidi famiglia, sezioni primavera), nel corso degli anni aumenta l’afflusso al museo dei più piccoli. La loro quotidianità risulta arricchita da queste esperienze: esplorazione di un ambiente nuovo, stimoli sensoriali, sperimentazione di altre possibilità di manipolazione, per esempio mischiare sabbia e pittura. Altri elementi importanti sono il coinvolgimento collettivo degli operatori nel progetto e la partecipazione dei genitori.
Al nido Edelweiss il progetto “museo” dura tutto l’anno e viene spiegato alle famiglie che sono invitate a partecipare. Ad ogni visita, è un piacere vedere i bambini, a gruppi di 6, così attenti, così osservatori. E quanto comunicano! Poi, al nido, proponiamo disegno, collage, pittura su vari supporti (cartone, tela, bastoni) intorno ai colori esplorati al museo. Riproduciamo, insieme ai bambini, i libri delle valigette (Piccolo blu e piccolo giallo di Leo Lionni o Une touche de… di Laurie Cohen e Marjorie Béal). I bambini hanno apprezzato di fare del mosaico dopo averlo individuato all’ingresso del museo. Un piacere anche rifare una macedonia o un’insalata osservata in un dipinto.
I momenti forti di ogni visita vengono sistematicamente condivisi con le famiglie, e l’insieme di questa meravigliosa esperienza, nella sua continuità, è presentato nella festa di fine anno.
[1] Maisons pout Tous: Centri dedicati ad attività di esplorazione, ricreazione, cultura, espressione, apprendimento, diffusione, sport e convivialità proposte da operatori del Comune di Montpellier o da associazioni qualificate. [NdT]
Articolo pubblicato sulla rivista francese Le furet n. 102: ALBOUMS – www.lefuret.org
Traduzione dal francese di Monica Corbani