Un caso di utilizzo di letteratura per l’infanzia per la socializzazione emotiva nelle scuole
Barbara McNeil, Faculty of Education, University of Regina, Canada.
Linguaggio e Socializzazione emotiva
Il linguaggio occupa un ruolo centrale nelle scuole per i processi di socializzazione emotiva; è uno strumento utilizzato per identificare, etichettare, descrivere ed esprimere le emozioni. Il linguaggio, inoltre, non è un costrutto neutro, e il motivo per cui viene accentuato in Saskatchewan e in altri simili contesti multilingui è chiarito in un documento del Ministro dell’educazione di Saskatchewan che sottolinea che : “diversi gruppi di persone sono stati oggetto di immagini negative attraverso errori di rappresentazione nel tempo” e che “Termini inappropriati, inappropriate interpretazioni delle tradizioni, delle istituzioni e delle realizzazioni e l’uso del linguaggio in generale hanno contribuito a queste immagini.” Da quando il linguaggio è utilizzato nella creazione sia di immagini emotive negative sia di discorsi sui Mètis, è importante riconoscere in modo esplicito la funzione del linguaggio nei processi emotivi e nelle altre forme di socializzazione che hanno luogo in posti come le scuole e che sono finalizzati e promuovere una comprensione emotiva e relazionale positiva.
Dunque, un problema che un docente che insegna in un contesto linguistico differenziato deve affrontare riguarda quale linguaggio deve essere utilizzato diffondere i testi e altre informazioni. In Saskatchewan e in altre società multilingue dove il linguaggio è un vero problema per l’emozione, gli insegnanti hanno sempre più la possibilità di usare libri con linguaggi diversi nei loro programmi. Nel caso di Fiddle Dancer e Dancing in my Bones, vengono utilizzati sia Michif che Standard Canadian English e questo è un atto intenzionale e ideologico. Michif, la lingua dei Western Mètis, è un linguaggio ibrido dato dalla combinazione tra la lingua degli Indigeni Cree e il Francese. Servirsi di questi due libri nella discussione sull’utilizzo di testi culturali per promuovere il processo di socializzazione emotiva nelle scuole, io vorrei portare l’attenzione a, e assumere un punto di vista sfumato sulla specificità dei testi così come sul linguaggio da adottare per la socializzazione emotiva.
Una delle prime strategie che gli insegnanti possono adottare quando usano Fiddle Dancer e Dancing in my Bones nel contesto scolastico per promuovere la socializzazione emotiva, è quella di richiamare l’attenzione degli studenti alla presenza del Michif e dell’Inglese, e chiedere agli studenti di pensare e provare a spiegare il motivo per cui questi libri sono stati scritti mantenendo entrambe le lingue. Attraverso il dialogo e il sostegno, gli insegnanti possono condurre gli studenti a comprendere che l’orgoglio e la gioia sono emozioni che promuovono sentimenti di benessere verso coloro che sono culturalmente e linguisticamente dissimili e che è positivo esser fieri della propria lingua madre. Questo è un modo di procedere per la costruzione della socializzazione emotiva che è importante poiché contribuisce allo sviluppo positivo della formazione dell’identità e di un sentimento positivo per se stessi, per il proprio gruppo sociale e per gli altri. Per fare vedere agli studenti come il linguaggio funziona nelle situazioni come veicolo per esprimere e mostrare le emozioni, gli insegnati possono fare riferimento a Fiddle Dancer, al momento in cui Nolin pensa a sua nonna come Koohkoom, al nonno come Moushoom e usa terminologie Cree quando parla di se stesso. Quando il nonno chiama Nolin, usa la parola Cree di affetto che viene impiegata quando si affronta un nipote, “Nooshishim”. Gli insegnanti possono soffermarsi sull’uso di tali termini per esprimere stati emotivi che descrivono legami affettuosi, amore e tenerezza. In seguito ad una tale esplorazione del testo con gli alunni, gli insegnanti possono chiedere loro di fare un personale collegamento con il testo e riportare i termini affettivi che conoscono, il linguaggio usato, il contesto nel quale lo usano, da chi e con chi è usato, e le emozioni che provano e che vogliono esprimere quando usano questi termini. Attraverso lo sviluppo di una strategia di apprendimento di questo tipo, insegnanti e studenti diventano maggiormente consapevoli dei sentimenti e delle emozioni connesse all’utilizzo del linguaggio dei Mètis. Così, Michif è e può essere utilizzato come uno strumento per etichettare e parlare di emozioni nel processo di socializzazione emotiva dei Mètis, degli altri bambini che leggono il libro e dei loro maestri. Michif è uno strumento significativo per il gruppo di Nolin, come spiega Bradford, “il linguaggio è profondamente implicato nella produzione dei significati umani”. Il linguaggio è una delle vie attraverso cui i bambini imparano a conoscere, a valutare, ad agire e a pensare, è parte della loro identità e attraverso i libri si crea la speranza di influenzare le risposte emotive, le attitudini e i comportamenti dei Mètis e degli altri bambini verso la lingua e le persone.
Emozioni e il significato di luoghi e eventi
Il legame tra i luoghi e le persone può evocare, e spesso è associato, a forti emozioni nel mondo materiale. Questo può anche essere visto, ed è rappresentato, nel mondo della finzione dei libri per bambini. La ricercatrice di letteratura infantile, Clara Bradford spiega che i luoghi sono strettamente intrisi di significati; sono legati con la politica, le ideologie e le pratiche sociali e identitarie, e ciò è osservabile in Fiddler Dancer. Io propongo che questi sono fortemente investiti anche dalle emozioni. Quando incontriamo Nolin per la prima volta, lui sta sorridendo e mostra speranza da una parte e dall’altra e prova a imitare la danza di suo nonno e di altri a un evento di fine anno Mètis. Nolin è collocato in mezzo ai suoi fratelli, e stanno partecipando a un’attività collettiva. Un modo per avviare una conversazione sulle emozioni evento-correlate e il contesto nel quale esprimerle, può essere per gli insegnanti fare riferimento alle illustrazioni, e dirigere l’attenzione degli studenti all’espressione dei volti dei due protagonisti con lo scopo di usare un vocabolario emotivo per raccontare il motivo per cui Nolin e suo nonno starebbero ridendo e danzando tra loro. Una conversazione di questo tipo può far affiorare parole che descrivono il carattere dei personaggi- l’affetto e l’amore di Nolin per il nonno e viceversa. Uno degli obiettivi di una conversazione centrata sul testo può essere quello di aiutare gli studenti a comprendere i costrutti emotivi e le relazionali, alla base della relazione tra i due protagonisti.
Altrettanto importante, l’idea che una danza in comunità per il Capodanno rappresenti un’occasione appropriata e importante per esprimere gioia e felicità per i Mètis e per altre persone. Dati i contorni specifici a un contesto, il significato delle relazioni etnoculturali e i requisiti che gli insegnanti includono esplicitamente poiché culturalmente rilevanti e utili a confermare le informazioni sui Mètis da includere nei loro programmi, può essere importante anche sottolineare la valenza che i festeggiamenti di Capodanno hanno per i Mètis e l’importanza che loro attribuiscono alla danza del violino come un’espressione di gioia e affermazione di identità. La danza comunitaria rappresenta un momento di acculturazione, socializzazione e di prestazione e promulgazione di una particolare identità. È un’esperienza che favorisce l’espressione emotiva di gioia e di appartenenza. Ballare è un modo per essere con se stessi e gli altri ed è nel seno della comunità a cui appartengono i bambini che si sviluppano le emozioni che riguardano la socialità e le pratiche culturali del gruppo e la loro identità sociale. Questa identità sociale è importante perché “è parte di un Sé individuale che deriva dalla conoscenza dei membri di un gruppo sociale insieme con il valore e il significato emotivo assegnato ai membri del gruppo stesso”. Seguendo le danze comunitarie, il tempo e il setting della storia cambia e i lettori vengono trasportati fino al secondo luogo nel quale avviene la socializzazione emotiva descritto nel libro: la casa del nonno di Nolin.
A questo punto nella narrazione, l’insegnante potrebbe voler usare il testo e le illustrazioni per guidare gli studenti a porre attenzione alle interazioni che hanno luogo lì e puntualizzare come servano a illuminare e rinforzare l’espressione di amore, tenerezza e affetto che esiste tra Nolin e il nonno. Inoltre l’insegnante può aiutare gli studenti a comprendere che l’interazione tra loro rivela l’importanza del ruolo dell’anziano nella vita dei bambini Mètis, per quanto riguarda la trasmissione delle pratiche sociali e la socializzazione emotiva. In risposta alla domanda di Nolin su come sia diventato un così bravo ballerino, il nonno, Moushoom, è accogliente; gli risponde dicendo: “te lo dirò mentre faccio un po’ di Bannock (un pane tradizionale Mètis)”. Più tardi, il nonno risponde alla domanda di Nolin su come sia diventato un bravo ballerino attraverso il racconto di una storia- una tipica pratica culturale Mètis. Il nonno ricorda quando lui e la nonna di Noli danzavano tutta la notte quando erano giovani. Sottolinea che “lei era la miglior ballerina di giga del Nord e la più bella ragazza Mètis”. A sentire i racconti sulla nonna, Nolin sente arrivare la tristezza poiché Koohkoom è morta lo scorso anno. A lui manca molto. In questo punto, il libro offre l’opportunità all’insegnante di rivedere il testo focalizzandosi sul vocabolario utilizzato per esprimere le emozioni (dolore, tristezza, mancanza di qualcuno) e di utilizzare questo materiale per permettere agli studenti di fare i loro personali collegamenti dando voce alle loro emozioni e alla comprensione emotiva relativa agli eventi di cui tratta il testo. L’insegnante potrebbe inoltre evidenziare le illustrazioni che accompagnano il testo poiché queste descrivono la tristezza del nonno tramite la postura (la testa inclinata verso il basso) e le espressioni facciali (occhi lucidi), così come catturano un momento emotivamente saliente dove Nolin esprime la sua comprensione emotiva la mano sul nonno in segno di conforto, siglando così la sua comprensione emotiva e relazionale di ciò che l’anziano sta vivendo. Mentre continuano a fare il Bannock, Nolin continua a fare domande al nonno e gli chiede come la danza gli sia entrata nelle ossa. Questo porta alla storia della mamma del nonno che “tamburellava le sue dita sulla sua grossa pancia mentre ascoltava il violino e la musica giga entrava nelle sue delicate ossa di bimbo”. Qui il nonno prende Nolin tra le braccia e tiene il ritmo sulla pancia del ragazzo come ha raccontato nella storia. Come ha sentito Nolin rannicchiarsi contro il nonno, hanno iniziato ad andare avanti e indietro. Ciò che è importante qui per un insegnate è rimarcare per gli studenti l’espressione amorevole del nonno per Nolin e la reciprocità di Nolin stando abbracciato al nonno. In nonno mostra e dimostra l’espressività emotiva, e Nolin apprende e ricambia.
Il testo e le illustrazioni possono essere usate dall’insegnante per incoraggiare discorsi sulle emozioni in maniera più elaborata con gli alunni e mostrare così la positività di un ambiente emotivamente positivo, l’espressione fisica di affetto e vicinanza tra Nolin e il nonno come mezzo attraverso il quale il ragazzo impara la danza del violino e la sua storia famigliare. Questo aiuta a mostrare le emozioni di Nolin verso il nonno, le pratiche culturali e l’identità. Attraverso le storie e le discussioni con il nonno, Nolin acquisisce informazioni che rivelano il significato storico della danza per i presenti e per coloro che non ci sono più- la danza è intimamente legata a ciò che ama e questo legame favorisce la sua socializzazione e il legame emotivo con il mondo della danza del violino dei Mètis. Le storie del nonno e i suoi ricordi servono a favorire per Nolin il senso di appartenenza e il legame affettivo con la famiglia. Simile al modo in cui il nonno utilizza le storie per far emergere la connessione emotiva con Nolin, gli insegnanti sono incoraggiati a utilizzare libri positivi come questo per focalizzarsi e stimolare discorsi sulle emozioni. Nella scena successiva, il nonno e il nipote stanno danzando insieme, con il vecchio che fa da modello e mostra al ragazzo facendolo stare sui suoi piedi. Dopo un po’ di tempo, Nolin si separa dal nonno e balla da solo con successo; sorride con fiducia. La sua aspettativa ha però vita breve; sparisce quando un nuovo passo di danza, il Chi Galop, viene introdotto dal nonno. Nolin lo prova e poi urla: “è troppo difficile!”. E arrabbiato. Nolin è rappresentato in una posizione di resistenza, sfiducia e di rifiuto a proseguire oltre; è frustrato. È impaurito. Il nonno non permette a Nolin di arrendersi e di rinunciare a provare. Rimane calmo e non alza la voce. Al contrario, agisce sulla socializzazione emotiva. Gentilmente aiuta Nolin a regolare le sue emozioni, incoraggiandolo e sottolineando le abilità del ragazzo; contribuisce a costruire la sua fiducia in sé. Gli dice: “puoi farlo! Segui me” e con questo “danza lentamente, muovendo il piede giusto”. Nolin lo segue. Qui il nonno usa distrazioni e il problem solving (vicinanza e supporto) per aiutare Nolin a regolare le sue emozioni e questo fatto può essere argomento di discussione utile in classe. Partendo dal testo e dalle illustrazioni, l’insegnante può chiedere ai suoi alunni di descrivere le emozioni provate da Nolin quando era arrabbiato e quando il nonno l’ha aiutato. Dov’erano e come hanno lavorato?
Attraverso l’analogia, l’insegnante può suscitare discussioni con gli studenti su ciò che li fa arrabbiare, i modi e i contesti nei quali esprimono la loro rabbia e i metodi che hanno imparato e usano per regolare emozioni come la rabbia e la paura. In questo modo l’insegnante può utilizzare il testo come trampolino per impostare una conversazione sulle emozioni e implementare una maggiore comprensione sulla socializzazione emotiva nella famiglia e nella scuola nei contesti culturali. Seguendo l’aiuto del nonno, Nolin è capace di imitare i passi di danza e riceve lodi dall’anziano come “ottimo lavoro, ragazzo mio”. In seguito il nonno fa una mossa fondamentale. Testimoniando i progressi di Nolin, lui annuncia che manca qualcosa, recupera la sua sciarpa Mètis, “la avvolge intorno alla vita di Nolin” e gli rivela che questa lo aiuterà a diventare più veloce. La sciarpa multicolore simboleggia la razza, la cultura e l’identità ibrida dei Mètis ed è uno dei loro più importanti e onorati oggetti culturali. Ponendo la sua sciarpa Mètis intono alla vita di Nolin nel momento in cui sta prendendo confidenza con la danza Mètis, il nonno non dimostra solo il suo amore per il nipote, ma sancisce che il ragazzo è parte dei Mètis e costruisce ulteriormente la fiducia del ragazzo in se stesso. Guardando attraverso l’esempio precedente, la socializzazione emotiva procede nel contesto della socializzazione culturale; sono interrelate. E funziona così: dunque, la sciarpa del nonno sembra rendere i piedi di Nolin alati e gradualmente il ragazzo è in grado di eseguire gli altri passi della danza Mètische il nonno gli ha mostrato. La paura di Nolin è stata maneggiata con cura, la sua fiducia riparata e la gioia è ora espressa attraverso la danza. Pertanto, l’insegnante potrebbe voler impiegare questo scenario per indirizzare l’attenzione degli studenti al caldo, affettuoso e supportivo contesto nel quale Nolin impara a esprimere e regolare sue emozioni e collegare questo discorso con ciò di cui la classe ha bisogno se i membri interagiscono tra loro attraverso una comprensione relazionale e emotiva. Fiddler Dancer finisce con il nonno e il nipote pronti per un cenone di Capodanno tradizionale con la mamma di Nolin. Il nonno prende la mano di Nolin e lo incoraggia dicendogli che presto sarà il “miglior ballerino di giga del Nord”. Nolin abbraccia il nonno e gli risponde che lui è “il miglior ballerino di giga del Nord e anche il miglior nonno”. A questo punto, i lettori vedono Nolin dimostrare ed esprimere il suo amore, l’empatia e il rispetto per il nonno- lui è stato cresciuto dal nonno con affetto e ora segue il suo modello. Loro sono emotivamente responsivi l’un l’altro. Anche qui, l’insegnante può estrapolare dalla storia parole utili per la classe, focalizzandosi sui termini e sulle azioni che sarebbe appropriato usare quando si vuole far sentire bene qualcuno per qualcosa che ha fatto o che sta per realizzare.
Questo libro può essere utilizzato per comparare, mettere in contrasto e connettere tra loro eventi in contesti culturali differenti presenti nella classe di modo rafforzare una comprensione emotiva e relazionale sia tra compagni che tra studenti e insegnanti. Fiddle Dancer offre la rappresentazione di due importanti contesti di socializzazione emotiva- la comunità e la famiglia. Il libro usa indicatori verbali e visivi per offrire una visione della famiglia e del contesto culturale dei Mètis. Poiché offre ciò, il libro rappresenta un valido strumento per insegnanti e studenti, essendo utilizzabile per iniziare ed estendere conversazioni sulle emozioni come rabbia, paura, orgoglio e amore.
Dato il ruolo importante del nonno nella narrazione, Fiddle Dancer descrive bene l’essenziale funzione degli anziani nel processo di socializzazione emotiva per i bambini Mètis e sottolinea ciò che Iseke-Barnes sostiene: “Gli anziani Indigeni sono educatori fondamentali per bambini, giovani, adulti e per la comunità, in quanto sono storytellers e storici”. Inoltre il libro propone vie alternative per la socializzazione emotiva che differiscono da quelle tipicamente occidentali. Appare evidente che la socializzazione emotiva non consiste nel sedersi con un bambino e parlare di emozioni. Questo processo prende forma e si esplica nell’unicità di un contesto culturale di un gruppo sociale e questo è un ottimo spunto di riflessione per gli studenti.
Per quanto riguarda Dancing in my Bones, mi focalizzo su tre scene chiave che descrivono la socializzazione emotiva. La prima avviene a Capodanno, e Nolin e il nonno si preparano a festeggiare a casa del ragazzo. Passando davanti al centro della comunità dove la sera prima ci sono state le danze, Nolin ripensa alla lezione di danza che ha avuto la mattina precedente e chiede se anche quella sera ci saranno la musica Fiddler e le danze. Il nonno gli risponde di sì e afferma: “Un sacco di danze, ragazzo mio! A noi Michif piace iniziare l’anno così… e la nostra sorpresa renderà la mamma ancora più felice!”. Qui il nonno mette in connessione apertamente l’emozione della felicità con i Mètis/Michif e le pratiche culturali che elicitano tale felicità: lo stare insieme, la danza e la musica.
La seconda scena ha luogo a casa di Nolin con la madre. Quando lui arriva con il nonno, i lettori hanno la possibilità di sentire il clima emotivo e l’espressività che regna in casa. Il libro descrive la madre che abbraccia il figlio e gli zii Gigi e Vickie riempiono la sua guancia di baci, e, anche se loro non piacciono a Nolin, lui è cresciuto sviluppando competenze emotive e sociali e conosce le regole che accompagnano tale espressività. Le illustrazioni mostrano che lui accetta di buon grado i baci. Nolin socialmente fa riferimento a suo nonno che ha osservato abbracciare il fratello, il vecchio zio Gabe, e in seguito fa il giro intorno al tavolo agitando le mani e ringraziando tutti. Nolin nota che la zia Vickie ha lasciato il segno del rossetto rosso anche sulla guancia di Moushoom ma egli sembra non farci caso.
Poiché all’interno di queste scene vi è un’abbondante emozionalità legata alla storia, alla legalità dell’etnia, alla dominazione raziale, subordinazione e svalutazione così come descritte da Saskatchewan, io credo che sia auspicabile che gli insegnanti sottolineino per gli studenti la positività dell’ambiente emotivo a casa di Nolin; l’espressività dei suoi membri e il linguaggio ricco di “bellezza” usato nel libro. Gli studenti possono così ascoltare, leggere e vedere interazioni espressive ed emotive in modo concreto. Nel dirigere l’attenzione degli studenti nell’osservare ciò che dicono le immagini, alcuni studenti saranno valutati del gruppo sociale svalutato in precedenza e altri studenti vedranno immagini positive e sentiranno parole sul gruppo sociale e su chi continua a far circolare discorsi negativi. Dietro la guida saggia dell’insegnante, un uso tale del libro può aiutare a sviluppare sentimenti positivi verso la cross-culturalità e a sviluppare uno spirito critico.
La terza e ultima scena di Dancing in my Bones che descrivo è la tradizionale ricerca di felicità negli eventi che molti Mètis organizzano per Capodanno. Dopo una cena in famiglia, lo zio di Nolin Bunny tira fuori il suo violino, incomincia a suonare e la danza ha inizio. In risposta al segnale del nonno di Nolin, lo zio Bunny cambia il ritmo e parte con “Red River Jig”. Gli zii, le zie, i cugini si divertono a ballare. Il nonno fa un cenno a Nolin, ma questa volta interamente in Michif, “Asthum òta, Nooshishim” (vieni nipote mio!). E prima che Nolin abbia tempo di rifiutare, il nonno toglie la sua fusciacca, i lacci e gentilmente lo porta con lui nella pista da ballo e avvolge la fusciacca dei Mètis intorno alla vita del ragazzo. Nolin inizia tentennando, segue il tempo del ritmo, guarda e imita i passi del nonno. Avendo interiorizzato la danza ha imparato anche l’interazione sociale da un anziano amorevole e premuroso, Nolin è ora capace di regolare la sua paura e di danzare da solo. L’illustrazione mostra un bambino Mètis gioioso in grasetto, vibrante, con colori sgargianti che fa tutti i passi di danza che ha imparato dal nonno. Dopo la performance, tutti si avvicinano e esprimono la loro gioia battendo le mani e complimentandosi con Nolin.
Il libro finisce con Nolin che riceve un grosso abbraccio da sua mamma, che lo bacia e gli dice: “sono fiera di te, mio ometto. Hai ballato come il tuo “Moushoom”. Nolin sente li suo amore scorrere in tutto il corpo. Pensa: “Hey, ho l’amore anche nelle ossa!”, e con questo Nolin dimostra il suo sentimento di attaccamento e appartenenza a una famiglia con forti tradizioni di amorevolezza e cura. Quando la madre verbalizza il suo orgoglio, Nolin sente l’amore come fosse un raggio che attraversa il suo corpo ed è cosciente di ciò. Nolin impara così a Nolin in un reciproco abbraccio con la madre. È un escamotage grafico per illustrare la positività, il supporto e la forza della famiglia Mètis di Nolin. Una descrizione così del clima famigliare nel quale un ragazzo Mètis apprende il linguaggio emotivo, così come altre forme di socializzazione, dà agli insegnanti l’opportunità di procedere usando domande per incitare gli studenti a fare connessioni tra il testo e se stessi e tra il testo e il mondo. Gli insegnanti possono sbrogliare i concetti contenuti nel libro riferiti all’amore e alla vicinanza, promuovendo la comprensione dei bambini e la possibilità di fare esperienza di questi concetti su quando, come, dove e con chi possono essere espressi. In questo modo gli studenti sono continuamente incoraggiati a leggere le parole e le immagini pensando ai sentimenti e alle emozioni. Utilizzato in questo modo, il libro diventa fondamentale in classe per apprendere la socializzazione emotiva e, a questo proposito, può essere usato ugualmente anche come artefatto culturale.
Conclusioni
La scuola è un importante sito culturale per la socializzazione emotiva e l’uso di testi culturalmente vari come i libri per bambini può giocare un importante ruolo nell’aiutare i bambini nell’identificare le emozioni, esprimerle, chiarire gli stati emotivi, imparare il vocabolario emotivo e, in generale, per insegnare e assimilare la socializzazione emotiva al fine di aiutare i bambini a costruire schemi per la comprensione emotiva di sé e degli altri. Per dimostrare ciò, ho fatto rifermento a due libri che raccontano l’esperienza di un bambino Mètis; un membro di una minoranza indigena di Saskatchewan che fino a poco tempo fa non era rappresentata nei libri canadesi per bambini. Sostenendo che i testi possono essere usati per gli insegnamenti sulla socializzazione emotiva, ho dimostrato anche che questi testi possono essere utili per far conoscere il sistema famigliare e i contesti culturali nei quali avviene la socializzazione emotiva per i Mètis. All’interno delle famiglie Mètis descritte nei libri, il protagonista fa esperienza di numerose situazioni che evocano la socializzazione emotiva che includono il sentire e l’esprimere l’affetto, l’apprendere ad affermare la propria identità, il formare relazioni, la costruzione e la connessione di sentimenti di appartenenza, l’esprimere la felicità così come il fare i conti con la paura e la frustrazione, il rispetto e il pensiero. Poiché si basano su istanze multiple per descrivere la socializzazione emotiva, questi testi possono essere letti per insegnare ai Mètis e agli altri bambini l’affetto, empatia, la pazienza, la gratitudine, la perseveranza, il problem solving, la possibilità di fare riferimento a una guida, così come il mostrare e l’esprimere i sentimenti e i contesti appropriati per fare ciò. Un uso intelligente di Fiddle Dancer e Dancing in my Bones può aiutare gli insegnanti a sviluppare essi stessi una comprensione e una competenza emotiva che diventa uno strumento di supporto e di incoraggiamento nelle relazioni con i bambini Mètis. Attraverso le riflessioni profonde che suscitano questi testi, gli insegnanti possono meglio apprezzare e comprendere le strategie messe in atto nella socializzazione emotiva nella famiglia e nel contesto culturale dei Mètis ed utilizzare queste strategie per aiutare gli studenti a implementare le loro abilità e la loro forza.
Infine, l’uso di tali testi è, per le ragioni articolate precedentemente, particolarmente benefico per incrementare e nutrire emozioni di orgoglio e stima di sé nei bambini Mètis e la stima degli altri in quanto le rappresentazioni di persone Mètis, la lingua e le pratiche culturali sono amorevolmente affermate e rappresentate. Questo è significativo per i Mètis e per gli altri bambini Indigeni in Saskatchewan e per tutti quelli presenti in Canada. Spesso infatti le scuole pubbliche possono far emergere emozioni di esclusione, ansia, vergogna, paura, ostilità, rabbia e resistenza nei bambini Mètis e negli altri studenti Indigeni. Loro non vivono necessariamente la scuola contemporanea e gli insegnamenti che vi si trovano come agenti di socializzazione emotiva neutrali e in questo non aiutano i libri che si usano tipicamente. Questo, insieme al tentativo di instaurare un dialogo con le famiglie Indigene, può essere una via per la scuola e per gli insegnati per essere emotivamente supportivi con i bambini Mètis e di altre minoranze, ricorrendo ad una maggiore conoscenza della socializzazione emotiva in famiglia e negli altri contesti dei gruppi minoritari, avvalendosi di testi che la descrivono in maniera sensibile e attenta.
In questo articolo sottolineo alcune modalità grazie alle quali la scuola può favorire l’integrazione.
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Traduzione di Lisanna Gessi
Articolo pubblicato su: Global Studies of Childhood, Volume 2 Number 2 2012 – www.wwwords.co.uk/GSCH
Quanti saggi insegnanti esistono oggi? Pochi! In molti spettano lo stipendio, insegnando per 30 anni le stesse cose.