1) In questi giorni sarà inviata a tutte le scuole dell’infanzia del sistema integrato una guida all’autovalutazione, simile per impianto a quella proposta per la scuola primaria, ma differente in quanto in linea con le peculiarità educative della scuola dell’infanzia. Qual è la motivazione culturale e politica che ha mosso l’INVALSI in questa direzione?
La ragione fondamentale di questa scelta risiede nella volontà di tener conto della specificità di questo livello scolare, ma allo stesso tempo di non lasciar fuori la scuola dell’infanzia da un processo auto-valutativo che è anche un processo culturale profondamente innovativo per il nostro Paese.
Prendere in carico la cultura della scuola dell’infanzia e agganciarla a quella della scuola successiva vuol dire anche mantenere il filo della continuità necessaria affinchè sia salvaguardato il passaggio efficace dei bambini e delle bambine tra i diversi livelli scolari.
Data inoltre l’esemplarità di alcune esperienze della scuola dell’infanzia italiana – di cui si è tenuto conto sin dalla costituzione del gruppo di lavoro dove erano presenti sia accademici che rappresentanti di queste esperienze – si è ritenuto opportuno fornire una maggiore visibilità a quelle pratiche di eccellenza nel documento di autovalutazione affinchè potessero costituire un utile riferimento anche per il successivo livello scolare
2) I destinatari della Guida sono le scuole dell’infanzia che non fanno parte di istituzioni scolastiche comprendenti altri ordini e gradi di scuola e le scuole statali comprese in istituti comprensivi o in circoli didattici: per queste ultime la Guida viene proposta come strumento integrativo al RAV-Madre.
Quali sono le ragioni di questa scelta?
In linea con la scelta di includere le scuole dell’infanzia nel più generale processo di autovalutazione, la costruzione di un documento specificamente rivolto a questo livello scolare ha lo scopo di consentire a tutte le scuole dell’infanzia, indipendetemente dal loro incardinamento in una istituzione più ampia, di ritrovarsi in un format che non le costringa ad adattare le loro pratiche a domande rivolte esplicitamente ad altri livelli scolari. In tal senso il documento è parte del Rav “madre” e ne costituisce una componente fondamentale. Abbiamo cercato di far sì che le scuole dell’infanzia si possano riconoscere nel documento mantenendo però la stessa struttura, e quindi la stessa importanza, del RAV già adottato dalle scuole dallo scorso anno. Occorre infatti riconoscere che il RAV ufficiale che tutti conosciamo rischiava di diventare una sorta di specchio deformante che restituisce alle scuole dell’infanzia un’immagine che non corrisponde a quella effettiva.
Questo perché vorremmo far sì che il processo di autovalutazione sia caratterizzato da una fondamentale autenticità e fiducia reciproca tra le scuole, l’amministrazione e gli altri interlocutori cui si rivolge.
3) Le Indicazioni Nazionali 2012 sono riconosciute, in particolare dagli insegnanti di Scuola dell’infanzia, un documento molto significativo che racchiude in sè la cultura fortemente innovativa dell’infanzia e della sua scuola contenuta negli Orientamenti ’91 e guarda anche alle competenze chiave del cittadino dell’Europa.
Quali intrecci culturali ci sono tra le Indicazioni 2012 e la Guida all’autovalutazione dedicata alle scuole dell’infanzia?
La caratteristica più importante che si rileva tra quei documenti e la Guida all’autovalutazione è la fondamentale continuità culturale dei diversi impianti. E’ questo un aspetto davvero rilevante che si evidenzia nella cultura proposta alle scuole perchè come si sa una delle fonti di particolare stress e di sostanziale fallimento delle innovazioni è il cambiamento ciclico dei riferimenti normativi che sollecita invece adeguameni superficiali e adempitivi.
Aver mantenuto questa continuità culturale ha consentito alla scuola dell’infanzia una continuità che ha giovato alla serenità del lavoro e al miglioramento delle pratiche didattiche.
Per quanto riguarda le proposte presenti nella Guida all’autovalutazione, sono state elaborate proprio avendo come costante riferimento le Indicazioni Nazionali affinchè non si inviassero alle scuole suggerimenti contraddittori rispetto al quadro più generale in cui si inseriscono le loro attività. A riprova di questa attenzione sta il fatto che le Indicazioni Nazionali sono richiamate otto volte nelle proposte della Guida all’Autovalutazione.
4) Ogni guida o documento se proposto alle Scuole, agli insegnanti, ai dirigenti, ai coordinatori pedagogici senza un percorso di sostegno alla lettura, allo studio, al confronto, al “misurarcisi concretamente” per farlo vivere nel quotidiano e-se necessario proporne persino un miglioramento- rischia di divenire desueto ed essere dimenticato ancor prima di essere conosciuto.
Come si pensa di debellare questo rischio?
Queste considerazioni sono pienamente condivisibili e per quanto riguarda l’INVALSI presteremo la massima attenzione a questi aspetti nelle relazioni che abbiamo con le scuole e in tutte le occasioni.
Si deve aggiungere tuttavia che questo rientra nella sfera di competenza del MIUR e che per tale ragione non possiamo che auspicare interventi in tale direzione.